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Le città che ascoltano

Pratiche di partecipazione urbana dalla panchina all’assemblea pubblica

Josephine Condemi
una storia scritta da
Josephine Condemi
 
 
Le città che ascoltano

L’ascolto attivo permette di trasformare la diversità in occasione di conoscenza e non di schieramento, attraverso metodologie che passano dall’impegno personale e collettivo: ecco dove è già applicato e come, dalle parole di due esperte

Le pause, i silenzi, il modo di muoversi o di stare fermi. La distanza tra i corpi. Il timbro, il tono della voce, il ritmo delle parole che si susseguono veloci o una per volta, e potresti sentirne la corsa, la danza oppure il peso, la caduta. Lo sguardo, dritto negli occhi, fisso sul pavimento o a cercare qualcosa nell’aria. Ascoltare è l’arte di interpretare come tutti questi segni si combinano tra di loro e con il significato delle parole che vengono pronunciate. Significati che ogni cultura codifica solo in parte.

L’arte di ascoltare non prevede reazioni immediate ma la capacità di fare spazio, di sintonizzarsi con il mondo dell’altra persona e scoprirne esigenze, paure, desideri. Chi ne è eccellente ti restituisce sempre qualcosa di te che non sapevi. Incontrarsi davvero presuppone una buona dose di ascolto reciproco. Quanto lo abilitano le nostre città?

Le panchine di Düsseldorf

Una panchina, una persona, un cartello: “Zuhören Draussen”, cioè “Ascolto all’aperto”. Ce ne sono dodici in tutta Düsseldorf, nella parte occidentale della Germania. Si attivano secondo un calendario stabilito per due volte al mese e organizzato dall’omonima associazione nata dopo la pandemia.

«Ci offriamo di ascoltare le persone nello spazio pubblico: chi passa può scansionare il QrCode sulla panchina e trovare le informazioni sull’iniziativa, oppure siamo noi stessi, tutti volontari, a spiegare di cosa si tratta» racconta Alexandra Perl. «Ascoltiamo chiunque si presenti: a volte è solo una signora anziana che fa la spesa, si siede un attimo e fa due chiacchiere, a volte si tratta di persone che si sentono sole, che non parlano con un’altra persona da una settimana e vengono a condividere il loro stato d’animo. C’è chi racconta di aver preso la patente, di aver trovato un appartamento o che diventerà nonna» sottolinea Perl. “Zuhören Draussen” oltre a Düsseldorf è presente anche a Ratingen e Bonn, prevede di aprire altre sedi entro l’anno e non è l’unica associazione di ascolto presente in Germania. L’obiettivo è contrastare l’isolamento sociale, in crescita dopo la pandemia. «Sappiamo che per superarlo abbiamo bisogno di parlare con le persone in un ambiente molto intimo, a tu per tu» sottolinea Perl. «L’ascolto è la struttura più potente per superare i pregiudizi, la paura, l’ansia, la solitudine».

Alexandra Perl è coach e facilitatrice: si occupa di favorire l’ascolto tra le persone, nei processi comunicativi e nelle organizzazioni. Collabora all’associazione Zuhören Draussen. È nel board dell’International Listening Association di cui coordina i progetti speciali, come quello sulla sostenibilità e il cambiamento climatico. L’associazione, fondata nel 1979, conta oggi 400 membri con esponenti del mondo dell’accademia, del business, della sanità e dell’arte.

Scopri le sue attività Scopri l’International Listening Association Scopri Zuhören Draussen

I volontari e le volontarie, un gruppo eterogeneo dai 18 agli 80 anni, ricevono una formazione specifica prima di iniziare, curata dalla stessa Perl, formatrice di professione. Come evitare che si creino situazioni spiacevoli prima, durante o dopo l’ascolto? «A garanzia di chi parla, non condividiamo mai, per nessun motivo, quello che sceglie di raccontarci. Offriamo uno spazio per trovare le parole giuste ed esprimerle ma non siamo, e lo diciamo se serve, uno spazio di coaching» specifica Perl «A tutela invece dei nostri volontari, abbiamo in squadra un terapeuta e diversi numeri da contattare in caso di necessità: finora non è successo, anche perché facciamo un check-in e un check-out prima e dopo ogni sessione. Ascoltare è un lavoro cognitivamente impegnativo e occorre essere nelle condizioni migliori per farlo: ma quando si fa, ha un impatto enorme su tutte le nostre relazioni».

Impariamo presto a fingere di ascoltare, ma allo stesso modo crediamo di essere ottimi ascoltatori e ascoltatrici. A parti inverse, ci accorgiamo quasi subito se ci stanno davvero ascoltando. «Ricordo una coppia nei primi anni delle mie formazioni» sorride Perl «Lui ottenne un punteggio non molto alto al questionario in ingresso e si rivolse alla moglie stupito: ‘Strano, credevo di essere un buon ascoltatore’ Lei lo guardò e gli rispose: ‘Credevi anche di essere un buon guidatore’. Ascoltare è una decisione, che comprende molta attenzione e mindfulness» spiega Perl «Ma la qualità di chi ascolta influenza anche la qualità di chi parla. I leader che sanno ascoltare godono di un prestigio più alto, con impatti positivi sulla sicurezza psicologica, sulla fiducia, sulla soddisfazione dei loro team».

Con l’International Listening Association Perl sta strutturando un progetto speciale sulla sostenibilità e il cambiamento climatico: «La nostra società è chiamata ad affrontare delle sfide enormi e dobbiamo essere disposti ad ascoltare chi è aperto a condividere il proprio punto di vista» dichiara «Anche se non si è d’accordo, si può mostrare un po’ di empatia con l’altra persona e capire le ragioni. L’ascolto non è la soluzione per tutto ma è sempre un buon punto di partenza».

Alcune immagini delle attività dell’associazione Zuhören Draussen. Tutti i diritti riservati. Riprodotte con il consenso dell’associazione.

I “Dialogue Citoyen” di Nantes

L’area metropolitana di Nantes, città sul fiume Loira, nel nord-ovest della Francia, comprende ventiquattro Comuni e quasi 700.000 abitanti. Di questi, quasi 30.000 hanno partecipato al “Grand Débat” votato a febbraio 2023 all’unanimità dal consiglio metropolitano1 per favorire la co-progettazione degli interventi urbani verso il 2030.

Da marzo a luglio 2023, sono stati organizzati 125 giorni di dibattiti tra sessioni informative, passeggiate urbane, audizioni pubbliche di esperti, atelier di riflessione e proposte rivolti a cittadini e organizzazioni, possibilità di redigere contributi individuali o testimoniare una competenza o un’innovazione organizzativa attraverso i Cahier d’acteur.

A vigilare sull’imparzialità e la correttezza del dibattito, un comitato di sette persone volontarie, nominate su proposta dei sette gruppi politici che compongono il consiglio metropolitano2 . Da luglio a novembre 2023 è stata redatta la relazione finale con tutte le proposte emerse dal dibattito3, che sono state esaminate punto per punto dal consiglio metropolitano nei primi mesi del 2024, fino alla discussione e votazione finale del consiglio avvenuta il 12 aprile scorso4. La tabella di marcia con gli interventi stabiliti sarà presentata il prossimo 18 aprile5.

Dall’8 ottobre 2021 il Consiglio Metropolitano ha infatti approvato all’unanimità un Patto di cittadinanza che impegna ciascun rappresentante eletto a consultare i territori sui problemi complessi, attraverso diversi strumenti di democrazia partecipativa, e soprattutto a studiare e rispondere in un tempo limitato alle proposte elaborate nel documento di sintesi della consultazione: cittadini e cittadine hanno poi il diritto di valutare quanto di ciò che è stato pubblicamente deciso verrà effettivamente realizzato.

Le diverse iniziative di democrazia partecipativa, e i relativi stati di avanzamento, sono raccolte nel portale Dialogue Citoyen6. «A Nantes sono riusciti a mettere alla base dell’intero impianto della governance urbana un processo che assomiglia molto all’ascolto attivo» commenta la sociologa Marianella Sclavi.

Marianella Sclavi si occupa da decenni di ascolto attivo e gestione creativa dei conflitti. Sociologa, ha insegnato “Etnografia Urbana” al Politecnico di Milano dal 1993 al 2008. Nel 2008 ha fondato la società di consulenza Ascolto Attivo sas. Collabora con il Consensus Building Institute (MIT), fa parte dell’Association for Conflict Resolution ed è tra le persone co-fondatrici del Movimento Europeo di Azione Nonviolenta, impegnato in Ucraina per l’istituzione dei Corpi Civili di Pace Europei. Tra le pubblicazioni: “A una spanna da terra” (1989), “La Signora va nel Bronx” (1994), “L’Arte di Ascoltare e Mondi Possibili” (2000), “The role of play and humor in creative conflict transformation” Journal of Negotiation, Harvard Law School (aprile 2008).

Ma che cos’è l’ascolto attivo7? «Noi siamo abituati a comunicare principalmente attraverso un ascolto giudicante»  spiega Sclavi «Vero o falso? Giusto o sbagliato? amico o nemico? L’ascolto giudicante trasforma la diversità in schieramento: se tu hai un’idea diversa dalla mia, cerco di convincerti a passare dalla mia parte, dalla parte della ragione. Al contrario, l’ascolto attivo è una modalità di trasformazione della diversità in una risorsa: la diversità diventa un’occasione per capire meglio, non per schierarsi».

E come funziona? «Quando qualcuno esprime delle opinioni, ha un comportamento divergente o che percepisco addirittura opposto al mio, invece di reagire pensando che sbaglia, attraverso l’ascolto attivo cerco di capire quali siano i suoi presupposti. E così riesco a vedere le cose anche dal suo punto di vista»  spiega Sclavi. «Per prendere decisioni su un problema complesso, ho bisogno di vedere come è vissuto da una pluralità di soggetti assolutamente divergenti. E poi, attraverso il confronto attivo, individuare delle soluzioni di comune gradimento».

E lei come ha cominciato ad ascoltare così? «Vengo da una famiglia di viaggiatori, per cui già a nove anni ne avevo vissuti tre in Brasile. E poi ho cominciato a viaggiare da sola e sono andata in America a 16 anni. Si può vivere in tanti modi immersi in una cultura diversa dalla propria, ma nella mia famiglia usavamo il metodo umoristico: sorridere di sé stessi e delle aspettative negate, senza frustrarsi. I miei genitori raccontavano un sacco di aneddoti, ne ridevano e facevano vedere cosa avevano imparato da quelle situazioni» ricorda Sclavi.

Da queste esperienze di “etnografia urbana” sono nati i libri A una spanna da terra, in cui si raccontano le differenze tra i sistemi scolastici statunitense e italiano, e La signora va nel Bronx, testimonianza del soggiorno in uno dei quartieri considerati più problematici al mondo. «Nell’ascolto attivo è importante l’autoconsapevolezza emozionale, capire le emozioni che si stanno provando: i primi tempi, quando ero lì in metropolitana da sola, la mia paura mi faceva pensare i peggiori scenari possibili” ricorda Sclavi «Li lasciavo emergere e cominciavo a riflettere sulle caratteristiche del potenziale aggressore, che ovviamente mi facevano guardare con occhi diversi tutte le persone che erano lì in metro con me. A quel punto mi dicevo: ‘Meriteresti di essere aggredita da una donna di mezza età che sembra un’impiegata!’. Questo mi ha aiutato ad avere consapevolezza che le mie emozioni mi stavano rivelando una cornice che non era obbligatoria. Magari probabile, ma non obbligatoria».    

Un grande classico della formazione sull’ascolto attivo di Sclavi è il gioco dei nove punti: dato un quadrato formato da nove punti, come unirli tutti con quattro segmenti senza staccare la penna dal foglio?  «è la differenza tra cambiamento uno, all’interno di un arco di possibilità date per scontate, e cambiamento due, il cambiamento che ti porta a uscire dalla cornice, dal copione, dalle solite dinamiche anche emozionali» spiega Sclavi.

Ma dopo aver provato a mettersi nei panni dell’altra persona, che succede? Come troviamo un percorso comune? «In America lo chiamano consensus building ma in Italia la parola non funziona, viene preso come acconsentire a qualcosa che è stato già deciso, e quindi l’ho chiamato confronto creativo» ricorda Sclavi «Dopo la prima sessione di ascolto reciproco, secondo il processo ordinario si avvia una fase di stallo, perché se accetti tutte le opzioni non arrivi da nessuna parte. Con il confronto creativo, anziché stringere allarghi ancora, moltiplichi le opzioni, cerchi idee e buone pratiche che hanno affrontato lo stesso problema in modo inedito rispetto a quanto già emerso. Si arriva quindi a una altra sessione di confronto con quanto trovato e in genere emergono una o due idee che piacciono a tutti. Si costruisce quindi un comitato che si fa carico di redigere un progetto che viene successivamente discusso per essere migliorato. Insomma» conclude Sclavi, «per arrivare a una soluzione a partire dalla divergenza occorre moltiplicare le opzioni a disposizione».  

Un principio semplice: prima di decidere, conoscere tutte, ma tutte le alternative a disposizione. «Invece con l’ascolto giudicante ci blocchiamo subito appena viene fuori una differenza, ci mettiamo a discutere cosa è giusto e sbagliato per sceglierne una ed eliminare il conflitto a colpi di maggioranza» sottolinea Sclavi. «Certo, l’ascolto attivo è anche saper stare nel disagio che accompagna la ricerca in cui nessuno ha una soluzione pronta».  

Crede che i “Dialogue Citoyen” di Nantes possano essere un modello? «Li sto studiando in profondità, scriverò delle pubblicazioni su questo» risponde Sclavi «Di certo, quando ciascuno di noi si sente ascoltato manda in circolo emozioni positive di empowerment, quando non lo è, viceversa, sprigiona frustrazione e chiusura. Creare dei contesti di mutuo apprendimento attraverso l’ascolto attivo è una responsabilità di tutti».

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  1. Consiglio Metropolitano di Nantes. (10 febbraio 2023). Delibera del “Gran Débat”https://dialoguecitoyen.metropole.nantes.fr/media/default/0001/01/ddd7edf1e37d1793aadf0cb38ad6d901d11e143e.pdf. ↩︎
  2. Città metropolitana di Nantes. Manuale del “Grand Débat”https://dialoguecitoyen.metropole.nantes.fr/media/default/0001/01/64f1f76ab78a258c2d557ae5ab73d03fbe4db982.pdf. ↩︎
  3. Città metropolitana di Nantes. (12 aprile 2024). Relazione finale del “Grand Débat”. https://metropole.nantes.fr/files/live/sites/metropolenantesfr/files/presse/espace-presse/2024-04-11%20DIALOGUE%20CITOYEN%20-%20Feuille%20de%20route%20Grand%20D%c3%a9bat%20Fabrique%20de%20nos%20Villes.pdf. ↩︎
  4. Città metropolitana di Nantes. (12 aprile 2024). Discussione e votazione finale del Consiglio Metropolitanohttps://dialoguecitoyen.metropole.nantes.fr/media/default/0001/01/ced87a8ed9a7b52bad96f05972fc34880f0b74c4.pdf. ↩︎
  5. Città metropolitana di Nantes. (18 aprile 2024). Soirée de clôture du Grand débat “Fabrique de nos villes. Ensemble, inventons la vie de demain“. https://dialoguecitoyen.metropole.nantes.fr/events/soiree-de-cloture-du-grand-debat-fabrique-de-nos-villes-ensemble-inventons-la-vie-de-demain. ↩︎
  6. Città metropolitana di Nantes. Espace Dialogue citoyen, Ville de Nantes et Nantes Métropolehttps://dialoguecitoyen.metropole.nantes.fr/. ↩︎
  7. Sull’ascolto attivo esiste una vasta bibliografia. Per approfondire: Rogers, C. R., & Farson, R. E. (1957). Active listening. Chicago, IL: Industrial Relations Center of the University of Chicago; Itzchakov, G., & Kluger, A. N. (2018). The power of listening in helping people change. Harvard Business Reviewhttps://hbr.org/2018/05/the-power-of-listening-in-helping-people-change. ↩︎

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