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Cosa ci insegna l’economia delle mangrovie

Quanto costa un ecosistema? Lo studio della Banca Mondiale in Indonesia

Riccardo Silvi
una storia scritta da
Riccardo Silvi
 
 
Cosa ci insegna l’economia delle mangrovie

Dalla protezione delle coste alla regolazione del clima, dai servizi turistici al sostegno alla pesca: una mangrovia non vale solo come materia prima ma anche per le sue funzioni socio-culturali. Un modello per territori e comunità in cerca di risposte

Superare il mito del solo profitto che deriva dalla commercializzazione della natura e scoprire il valore, anche economico, legato al mantenimento e alla conservazione degli ecosistemi: lo ha certificato la Banca Mondiale già due anni fa con lo studio The Economics of Large-scale Mangrove Conservation and Restoration in Indonesia1. Un’altra economia passa dalle mangrovie. 

Economia e benessere: due storie dall’Indonesia

Partiamo da due storie. La prima è quella di Modi2. Modi è un pescatore che vive in Indonesia. Più precisamente, fa parte della comunità marinara di Duano, nel villaggio di Kuala Selat, nella provincia di Riau. 

La pesca è il filo conduttore che lega una storia centenaria fatta di generazioni, di barche e pagaie in legno e di trentatré famiglie che formano una comunità. Oggi Duano affronta una crisi senza precedenti: il pesce non c’è più. Dagli ottanta chili di pescato che quotidianamente una singola canoa riusciva a portare a riva, oggi un’intera flotta artigianale ne raccoglie (quando riesce) sessanta. Il risultato è che solamente poche famiglie riescono ancora a sopravvivere con la pesca mentre molte sono costrette a dedicarsi ad altre attività o ad emigrare. Le ragioni di questo calo drammatico per la comunità di Modi è quella che loro chiamano la “carestia delle mangrovie” che separano la terra dal mare. 

Ma le persone da Kuala Selat scompaiono anche per le mareggiate e per gli tsunami sempre più frequenti. Per loro, nel villaggio, le tempeste che distruggono le case dipendono sempre dalla rimozione degli alberi di mangrovie dal litorale, che costituiscono la difesa naturale della forza del mare e dal fenomeno dell’erosione. Se scompaiono le mangrovie, dicono, se ne vanno anche le case e, con queste, le persone. I giovani senza la pesca e quindi senza lavoro lasciano la costa per guadagnare qualcosa nei cantieri oppure come raccoglitori di noci di cocco.

Davanti a Kuala Selat, nel Kalimantan Occidentale, sempre in Indonesia, c’è il villaggio Batu Ampar, dove vive Nurhadi3, che per sopravvivere produce carbone dal legno di mangrovie. 

Nella provincia di Riau (prima mappa), Indonesia, c’è comunità marinara di Duano, nel villaggio di Kuala Selat. Proprio di fronte, sempre in Indonesia, c’è il villaggio Batu Ampar nel Kalimantan Occidentale (seconda mappa). Fonte delle immagini: Wikipedia.

È un lavoro sicuro, anche se non redditizio: si sviluppa su due fornaci attive tutto l’anno e permette ad almeno altre dodici persone di avere uno stipendio regolare. Il legno delle mangrovie è abbondante, molto denso ma non molto resistente e risulta particolarmente pregiato per la produzione di carbone

Sedici tonnellate di legno di mangrovie producono solo tre tonnellate di carbone. Quasi la metà delle 9.000 persone nel villaggio Batu Ampar si affidano a questo business per vivere, e lo fanno da ottant’anni. 

Per alcune famiglie, come quella di Nurhadi, questo è l’unico lavoro che hanno mai conosciuto. In vent’anni il numero di forni per produrre carbone da mangrovia è passato da 90 ad almeno 490. A questo ritmo, fra circa settant’anni, la più grande foresta di mangrovie nella parte occidentale del Borneo indonesiano (dove vive Nurhadi) non ci sarà più.

Quelle di Modi e di Nurhadi sono due storie di sopravvivenza e di economia, generativa ed estrattiva. Uguali e diverse, sono storie di economia della mangrovia.

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L’economia delle mangrovie: lo studio della World Bank

Gli ecosistemi delle mangrovie rappresentano uno degli esempi più impattanti dell’applicazione dei principi dell’economia estrattiva e uno dei migliori argomenti a favore di un nuovo impegno verso l’economia generativa. A certificarlo è stata, appunto, la Banca Mondiale nel 2022, attraverso l’approfondito studio sull’Indonesia, sede del 20% circa delle mangrovie di tutto il mondo.

Il rapido sviluppo economico indonesiano degli ultimi decenni, costruito attorno allo sfruttamento delle proprie risorse naturali, ha da un lato permesso una drastica riduzione della povertà ma dall’altro ha esercitato una pressione significativa sul capitale naturale e in particolar modo sulle foreste di mangrovie. 

Lo studio della Banca Mondiale (Aprile 2022) ha come obiettivo quello di informare le politiche di gestione sostenibile delle mangrovie in Indonesia, quantificando i valori e i benefici netti della conservazione e del ripristino delle mangrovie.

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È per questo che la Banca Mondiale ha deciso di sviluppare questo importante studio sull’impatto economico reale di questo modello estrattivo, con l’obiettivo dichiarato di «aiutare il governo, il settore privato e le altre parti interessate a identificare opportunità di gestione sostenibile delle mangrovie in tutta l’Indonesia e a comprendere i costi e i benefici delle decisioni di gestione delle mangrovie».

Il risultato della ricerca è sorprendente: l’espansione urbana e l’agricoltura e, in particolare, la commercializzazione del legno della mangrovia per la produzione di carbone e l’acquacoltura hanno portato dal 1990 al 2018 alla perdita di 600.000 ettari di mangrovie che, secondo la Banca Mondiale, sono costati almeno 9 miliardi di dollari.

Come si arriva a questa cifra? Partendo dalle teorie dei sistemi socio-ecologici, il valore della materia prima viene definito non solo in base al suo utilizzo, bensì anche da altri fattori come le sue funzioni sociali, economiche e culturali. Le mangrovie sviluppano dei “servizi ecosistemici” di grande impatto sull’economia di una regione. In particolare, la Banca Mondiale ne identifica cinque: la protezione delle coste, la regolamentazione del clima, il sostegno alla pesca, l’approvvigionamento di materie prime e i servizi culturali.

  • La protezione delle coste: le mangrovie, con il loro vivere tra terra e mare, riducono il rischio di inondazioni ed erosioni che minacciano le comunità e le risorse costiere, attenuando le mareggiate e dissipando l’energia delle onde.
  • Regolamentazione del clima: perdere mangrovie riduce la capacità di un territorio di ridurre le emissioni di carbonio per una quantità tra il 20 e 25% del carbonio totale immagazzinato in tutto il mondo in un anno. Questo grazie al processo con cui le mangrovie catturano e immagazzinano carbonio nel sottosuolo (Blue Economy). 
  • Sostegno alla pesca e fornitura di materie prime: le mangrovie svolgono un ruolo chiave per la fauna ittica, in quanto riparo naturale, luogo di cura, e fonte di nutrienti. Rappresentano quindi il luogo ideale per la pesca con finalità commerciale. La FAO sostiene che il 55% del pesce pescato in Indonesia (per 825 milioni di dollari) dipende dalle mangrovie. Così come la fornitura di legna da ardere e materiale per costruire alle comunità locali.
  • I servizi culturali, più specificatamente turistici: le mangrovie rappresentano il luogo ideale per l’osservazione della fauna selvatica e sono luoghi naturali di attrazione turistica.

In definitiva, per lo studio della Banca Mondiale, ogni ettaro in meno di mangrovie ha un impatto negativo sull’economia, inteso come perdita di valore economico, di almeno di circa 15.000 dollari.

Ancora più interessante il raffronto fra il valore del ripristino e la conservazione di comunità di mangrovie in Indonesia. La Banca Mondiale ha ampiamente dimostrato come la conservazione delle mangrovie abbia un rapporto costi-benefici più elevato rispetto a qualsiasi operazione di ripristino, sia per i costi iniziali di queste operazioni (circa 3.500 dollari per ettaro) sia per i circa 30 anni necessari alle mangrovie per acquisire la loro funzione economico-sociale.

«La conservazione delle mangrovie ha un rapporto costi-benefici più elevato a causa dei costi iniziali elevati per il ripristino e del tempo necessario alle mangrovie ripristinate per fornire servizi ecosistemici. Inoltre, il tasso di successo dei progetti di ripristino dipende fortemente dalla qualità della valutazione e della selezione del sito, dall’applicazione di tecniche appropriate, da un monitoraggio efficace, dalle correzioni e dalla manutenzione a metà percorso e dall’applicazione delle norme».

Ed è quindi sulla scorta di questi dati (e dopo lo tsunami del 2018 sull’isola Sulawesi e in tutto il Paese) che il governo indonesiano sta portando avanti un ambizioso progetto di ripristino delle foreste di mangrovie.

Economia estrattiva vs generativa

Quanto certificato dalla Banca Mondiale attraverso lo studio sulle mangrovie indonesiane conferma pienamente i principi guida dell’economia generativa che, da oltre dieci anni, guadagnano spazio sia nel dibattito accademico ma soprattutto fra i modelli di business e nelle politiche governative mondiali. 

Nel 2012 Marjorie Kelly, vicepresidente di Democracy Collaborative, istituto statunitense di ricerca che si dedica allo sviluppo di nuove strategie per un’economia più democratica e ispiratrice del modello delle B Corp, ha introdotto il concetto di economia generativa con il libro Owning Our Future: The Emerging Ownership Revolution4 (in Italia pubblicato da Aboca Edizioni nel 2021).

Per rispondere alla domanda “What kind of economy is consistent with living inside a living being?“,5 nel corso degli anni, Kelly ha teorizzato le differenze tra economia estrattiva e generativa a partire da quella principale: lo scopo. I modelli di impresa organizzati su un’economia estrattiva hanno uno scopo finanziario: massimizzare i profitti. Le organizzazioni sul modello generativo hanno un altro scopo: creare le condizioni per il mantenimento e la diffusione della vita.

È qui, nel modello di economia generativa, che vanno ricercate le risposte alle crisi che coinvolgono comunità e territori. È nella risposta alla domanda “Come vive una vita dentro un’altra vita?”, “Come possiamo vivere e svilupparci dentro un sistema più grande come il nostro ecosistema?” che vanno trovate le soluzioni alle storie di Modi e Nurhadi.

Una risposta possibile è data dall’economia della mangrovia. 


  1. World Bank Group. (2022). The economics of large-scale mangrove conservation and restoration in Indonesia. In World Bank. ↩︎
  2. Jacobson, P. (2023, October 25). Sumatran Indigenous seafarers run aground by overfishing and mangrove loss. Mongabay Environmental News. ↩︎
  3. Hankin, B. R. L. a. L. (2023, August 14). Burning mangrove trees for a living: “I’d quit tomorrow if I could.” BBC News. ↩︎
  4. Padroni del futuro, Marjorie Kelly – Aboca Edizioni. (2021, April 14). Aboca Edizioni. ↩︎
  5. Toward a generative economy. In openDemocracy. ↩︎

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