Da dove viene Mangrovia
Dal festival art+b=love(?) al nuovo progetto editoriale sulla convergenza dei saperi

Dietro l’idea di Mangrovia c’è l’incontro tra alcuni autori e giornaliste, e Sineglossa, organizzazione culturale che promuove modelli di sviluppo sostenibile attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea.
Con questo articolo la redazione di Mangrovia inaugura una serie di approfondimenti, “Backstage”, dedicati a spiegare il dietro le quinte di questa testata. Dalla scelta delle storie alla produzione delle copertine, fino alle opportunità e ai rischi dell’uso dell’intelligenza artificiale nel giornalismo, proveremo a mostrare come nasce e cresce Mangrovia.
In questo primo appuntamento lasciamo la parola a Federico Bomba, direttore artistico di Sineglossa e ricercatore di Human Computer Interaction presso l’Università di Bolzano, da oggi anche direttore editoriale di questa testata.
Come è nata Mangrovia
Mangrovia è un nuovo spazio editoriale in cui Sineglossa dà spazio a chi usa l’arte per trasformare il presente in un altro futuro. Prima di Mangrovia, per parlare di come l’arte innova gli altri campi del sapere, Sineglossa organizzava un festival, art+b=love(?). Dal 2017 al 2022, tra Ancona e Bologna, abbiamo portato centinaia di artiste e informatici, umanisti e scienziate, per unire metodi, approcci e linguaggi diversi, e mostrare al pubblico l’impatto sociale di questa contaminazione.
Il nome del festival, la formula art+b=love(?), condensava gli elementi necessari per fare contaminazione: la somma tra l’arte e la variabile b – ogni volta una disciplina diversa -, l’amore che ne risultava, e infine il punto di domanda perché qualsiasi processo sperimentale deve fare i conti con l’ignoto e prepararsi al fallimento. Era, quella, la formula del “Nuovo Rinascimento”: un tavolo attorno cui sedevano scienziate, umanisti, artiste, per disegnare soluzioni belle, sostenibili e inclusive.
Quell’approccio che l’Europa ha scelto due anni fa quando ha lanciato il New European Bauhaus, una cornice filosofica, manifesto operativo, insieme di linee guida, spazio di networking e opportunità di crescita economica, che ancora oggi rappresenta la direzione che tutte le istituzioni pubbliche e private europee dovrebbero seguire per collaborare alla creazione di un’Europa migliore.
Dal festival è poi nato, nel febbraio del 2022, Nuovo Rinascimento Mag, un contenitore digitale per sperimentare formati più attuali con cui raccontare la contaminazione dei saperi. Una formula nuova, adatta a raggiungere un pubblico giovane attraverso social media e podcast, con un’attenzione particolare alla divulgazione di progetti culturali meno noti, lontani dall’agenda dei media di settore.
In un anno e mezzo di attività abbiamo scritto e parlato di architettura e cultura per rivitalizzare la montagna, di diritti umani nel lavoro dietro l’intelligenza artificiale, di arte digitale per un nuovo rinascimento, e altro ancora. Abbiamo incontrato Giulia Tomasello, AWI Art Workers Italia, Valentina Rognoli, ENWE European Network for Women Excellence, Roberta Franceschinelli, Kin Lab, Luca Pozzi, Edoardo Montenegro, Fondazione Nuto Revelli, FerMenta, Carosello Lab, Pablo Aragon, Alessia Tripaldi, Michela Grasso, Milagros Miceli. Qui si può recuperare l’archivio delle pubblicazioni e qui l’archivio degli episodi del Nuovo Rinascimento podcast.
Oltre al Nuovo Rinascimento Mag, a gennaio 2023 abbiamo aperto un canale su Substack, una nuova piattaforma di scrittura indipendente che promette di rivoluzionare il modello del giornalismo – riuscendoci, quasi1 – in cui per un anno abbiamo spedito 1300 newsletter a un piccolo gruppo di 150 fedelissimi lettori.
Quella newsletter si chiamava Mangrovia e, a nostra insaputa, è stata l’embrione di quello che presentiamo oggi.
Perché Mangrovia e non più il Nuovo Rinascimento mag?
Con Josephine Condemi, Carlo Ferretti, Riccardo Silvi, ci siamo confrontati su quale sia, oggi, il ruolo di un giornale che tratta di cultura e persone e fatti del mondo. Quali fatti, quali persone? Come selezioniamo le notizie? A quali temi vogliamo dare attenzione e perché? E soprattutto: cosa lasciamo a chi ci legge? Qual è la nostra promessa?
Siamo partiti dall’avere in comune la voglia di indagare altri confini, non solo disciplinari, ma anche geografici, biologici e sociali. Di costruire insieme uno sguardo nuovo su chi prova a trasformare il presente e cercare un altro futuro, uno sguardo capace di spiegare il processo e non solo il risultato, raccontare la storia prima del fatto, trovare la collaborazione dove altri vedono individualità. Per questo qui troverai altre storie di cultura, tecnologia e società.
Ci siamo chiesti se fosse giusto mantenere il Nuovo Rinascimento, se quel nome – il Rinascimento – racchiude tutte le istanze che volevamo accogliere, e se le sa spiegare. Serve davvero recuperare il cliché della corte rinascimentale per comunicare un progetto editoriale che sogna un mondo postumano, antispecista, intersezionale e ecologista? È il Rinascimento il periodo giusto da rivendicare per riaffermare questo modo di conoscere il mondo? Forse sì, come spiega un recente convegno internazionale sul tema2, in cui il concetto di Rinascimento viene disgiunto dall’interpretazione razionalista che ne fecero i moderni (come ricorda Telmo Pievani in “Latour e la pluralità dei mondi”, introduzione a Disinventare la modernità3), e torna associato all’immagine di un’epoca plurale, magica, inclusiva, umana e non umana, a dispetto di tutta la corrente revisionista e decostruzionista che, invece, lo dipinge come egemonico, eurocentrico, patriarcale, bianco. Uno degli ultimi esempi, la curatela di Cecilia Alemani per la Biennale di Venezia del 20224.
Ma intanto del Rinascimento parlano tutti, come avevamo già notato tre anni fa5, e continuano a parlarne, consentendo al capitalismo di fagocitare tutto, pure la storia, e trasformarla in brand.
Perché allora non cambiare strada, riaffermare la parità tra tutti i viventi e imparare da una pianta a collegare i saperi del mare e della terra? Da qui nasce il nostro nome, Mangrovia.
Cosa promettiamo? Aiutiamo a guardare il mondo da altre latitudini, ad anticipare i cambiamenti e lasciarsi ispirare da barlumi di una società che potrebbe essere. Con la consapevolezza che «il dono delle scienze è di introdurre nel mondo nuovi esseri – siano essi particelle elementari, microbi, macchine, algoritmi, modelli climatici, brevetti, incidenti nucleari, buco nell’ozono, ulivi pugliesi che seccano, PFAS nelle acque, organismi geneticamente editati – che si ibridano con altri esseri (provenienti dal mercato, dagli artigiani, dagli artisti, dagli orrori del tempo, dagli ecosistemi), fanno rete, si contaminano, arricchiscono le nostre società e le cambiano. Le scienze avvicinano nuovi esseri, li rendono percepibili. A noi spetta trovare, di volta in volta, nuovi modi per convivere in modo coerente con queste nuove presenze ibride, persino sognando “un cosmo armonioso”»3.
Per chi ci vuole seguire in questa avventura non resta che leggerci e parlare di Mangrovia a chi cerca un altro futuro.
Mangrovia è un progetto di SCG, a cura di Sineglossa, finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, Componente 3 – Turismo e Cultura 4.0 (M1C3), Misura 3 “Industria culturale e creativa 4.0” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
- Cfr. “Il successo di Substack”, Il Post ↩︎
- Cfr “Il concetto di Rinascimento, tra la storia e il mito. Origini, cambiamenti, riletture”, convegno organizzato da VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia, in collaborazione con la Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la storia dell’arte, a cura di Edith Gabrielli (VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia), Massimiliano Rossi (Università del Salento) e Tristan Weddigen (Bibliotheca Hertziana). ↩︎
- Da Telmo Pievani ~ Latour e la pluralità dei mondi ~ CC 4.0 (BY-NC-SA) ↩︎
- Curatela trattata dalla relatrice Laura Lombardi dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, nell’intervento dal titolo Riletture del Rinascimento nel postumano, all’interno del convegno già citato. ↩︎
- Cfr. “Non basta invocare un “Nuovo Rinascimento” per farlo accadere realmente”, TPI ↩︎
- Da Telmo Pievani ~ Latour e la pluralità dei mondi ~ CC 4.0 (BY-NC-SA) ↩︎