Accessibility Tools

Articolo

Immergersi per far riemergere

Il valore dell’immaginario che ci lega all’acqua

Alessandra Navazio
una storia scritta da
Alessandra Navazio
 
 
Immergersi per far riemergere

Creazione, trasformazione, purificazione: l’immaginario legato all’acqua è profondo e fluido come il liquido a cui si associa ma ha delle caratteristiche comuni in ogni cultura e in ogni tempo. Anche da questo patrimonio, che rischia di essere sommerso, dipende una gestione dell’acqua davvero sostenibile. Ecco come l’arte può aiutare a recuperarlo.

«Quando ho incontrato la gente delle Isole Faroe, non ho avuto bisogno di parlare dell’acqua perché è già parte della psiche sociale. Tutti la conoscono e sanno che bisogna rispettarla»: il musicista Petri Kuljuntausta con i colleghi Laila Skovmand e Jens Thomsen ha registrato i riverberi e paesaggi sonori subacquei in diversi luoghi d’acqua dolce e salata della Lapponia finlandese, della Groenlandia e della Danimarca. Ne è nata l’installazione sonora Sound’s Hidden Journey Under Nordic Waters, che si propone di riportare in superficie il nostro rapporto primordiale con l’acqua.

L’acqua come fluido primordiale

L’acqua è indispensabile in molti processi naturali ma occupa un posto speciale anche nelle mitologie e nelle credenze spirituali di tutto il mondo. In numerose tradizioni, miti e religioni l’acqua precede l’esistenza dell’universo e di noi stessi, come se tutte le forme del mondo non siano altro che la manifestazione del fluido primordiale.

Nel poema babilonese della creazione, Enuma Elish, tutto è nato dall’unione di Apsu, l’Oceano d’acqua dolce, e di Tiamat, il mare salato popolato da mostri1. Per gli antichi Egizi, in principio c’era una distesa di massa liquida infinita che ricopriva ogni cosa e ogni spazio: Nun, un abisso primigenio dal quale emerse una collina2. E anche nelle prime Upanishad, che raccolgono testi religiosi e filosofici indiani, in principio non c’era il verbo ma l’austerità delle acque da cui nacque Atman, l’anima, che maturò su di esse per aprirsi in una metà d‘oro, il cielo, e in una metà d’argento, la terra3.

Sull’acqua che è “all’origine di tutte le cose” avrebbe fondato il proprio sistema di pensiero Talete, che, vissuto nella Grecia del VI sec. a.C, è considerato il primo filosofo occidentale. Un arché, un principio primo che dona vita e che, in vari miti e religioni, ciclicamente riesce a rinnovare ciò che le sta intorno. Nell’antico Egitto, ad esempio, il fiume Nilo era venerato come un dio, Hapi, responsabile dell’inondazione delle terre, fonte di nutrienti per il raccolto. Nella mitologia azteca, invece, era la dea Chalchiuhtlicue4, “colei che indossa una sottana di giada” secondo la traduzione letterale, ad essere la personificazione di tutte le acque terrestri, ovvero dell’acqua che irriga e fertilizza la terra ma che, allo stesso tempo, può provocare grandi alluvioni come quella che, secondo il mito, colpì la terra alla fine del quarto sole5 e causò la trasformazione degli umani sopravvissuti in pesci.

Un tratto comune alle culture di ogni tempo: dal racconto biblico dell’arca di Noè alla storia Indù Puranica di Manu, passando per l’Utnapishtim nell’epopea di Gilgameš della mitologia babilonese, l’inondazione che sommerge ogni cosa rigenera in quanto purifica l’essere umano o la natura ma per farlo, a volte, distrugge, diventando un soggetto che reagisce e agisce, non solo come composto chimico, ma anche come elemento del nostro immaginario e delle nostre pratiche sociali.

Il legame tra spiritualità e sostenibilità 

«Esistono profonde interconnessioni tra i bisogni umani, il benessere economico, la spiritualità e la vitalità degli ecosistemi di acqua dolce che devono essere considerate da tutti»: nel 2017 l’High Level Panel on Water6 delle Nazioni Unite ha riconosciuto nei suoi Principi di Bellagio sulla valorizzazione dell’acqua7 l’importanza di non trascurare le variabili culturali per una gestione idrica sostenibile.

Per i Wayuu, ad esempio, una popolazione indigena che vive in Colombia e Venezuela, l’acqua è un essere vivente al centro di rituali e cerimonie tradizionali come quella celebrata all’arrivo della pioggia8. Nella cultura aborigena australiana dei Ngarrindjeri, il fiume Murray è «un’immensa arteria di un corpo vivente costituito dai laghi e dalla boscaglia sopra le pianure meridionali e le pianure ondulate»9.

 

Per gli indù il fiume Gange, che scorre per oltre 2.500 km attraverso il nord dell’India, è incarnato dalla dea Ganga, madre di tutti gli esseri umani, ed è considerato il più sacro dei fiumi, dove immergersi per purificarsi e rimuovere i peccati. Anche nello Yamuna, un affluente del Gange, vengono celebrati diversi riti induisti e questo avviene anche quando le sue acque sono ricoperte da schiuma o contaminate da altri agenti chimici, frutto di scarichi industriali. Ci sono, poi, i santuari shintoisti, in Giappone, che dispongono di un temizuya, un bacino d’acqua dove i visitatori si puliscono le mani e la bocca prima di entrare, a simboleggiare la purificazione del corpo e della mente, così come molti pellegrini musulmani diretti a La Mecca sostano alla fonte sacra di Zem Zem per purificarsi prima di raggiungere la Città Santa. Delle civiltà precolombiane ci sono rimasti gli acquedotti di Nazca in Perù10, installazioni create proprio per conservare e gestire l’acqua per scopi cerimoniali, economici e sociali.

L’incapacità di includere anche i valori spirituali e culturali nella gestione delle acque, denunciata dall’High Level Panel on Water, si è tradotta nel tempo in disuguaglianze nell’accesso alle risorse idriche e in un loro uso insostenibile che vìola i diritti umani fondamentali11.

La gestione dell’acqua richiede una comprensione più dinamica e fluida perché l’acqua è anche una pratica sociale e un immaginario comune che ogni cultura esprime, poi, a suo modo e che le scienze umanistiche, insieme all’arte, possono contribuire a recuperare e rielaborare per rispondere alle sfide che minacciano il nostro futuro.

I suoni nascosti nelle acque del Nord

Dall’immaginario dell’acqua che abbiamo in comune è «impossibile prendere le distanze», come afferma l’antropologo Maneglier nella sua storia dell’acqua12. E l’installazione Sound’s Hidden Journey Under Nordic Waters ideato da Between Music,13 lo vuole dimostrare.

Laila Skovmand, Jens L. Thomsen e Petri Kuljuntausta

Laila Skovmand è una direttrice artistica, compositrice ed artista danese. Il suo processo artistico deriva da un metodo intuitivo, affiancato da abilità artigianali e da una ricerca quasi scientifica di nuove possibilità sonore ed espressive. Jens L. Thomsen è un artista e musicista delle Isole Faroe. Ha conseguito una laurea in Tecnologia musicale presso la University of West London e un master in Acustica presso la London South Bank University. Il suo lavoro esplora spesso il rapporto tra arte e tecnologia. Petri Kuljuntausta è un compositore, artista del suono, musicista e autore finlandese. Ha tenuto concerti sottomarini, ha suonato con diversi tipi di volatili e ha realizzato opere riguardanti i suoni dell’aurora boreale e dello spazio.

Scopri di più

L’installazione sonora e collettiva realizzata da Laila Skovmand, direttrice artistica di Between Music, Jens Thomsen e Petri Kuljuntausta insieme con l’ingegnere del suono Roma Komar, attraverso la registrazione dei paesaggi acquatici della Lapponia finlandese, della Groenlandia e della Danimarca, ricrea uno stato di disorientamento in cui immergersi metaforicamente, per interrogarsi sul valore spirituale dell’acqua, sul nostro rapporto con essa e su ciò che attraverso l’acqua ci accomuna. Per raccogliere le registrazioni sonore tramite gli idrofoni, creare i riverberi e ripulire i suoni ci sono voluti circa tre anni: una prima installazione del progetto è stata mostrata ad aprile 2024 al Nordic Culture Point in Finlandia.

Jens Thomsen ha registrato i suoni subacquei attraverso degli idrofoni nelle isole Faroe: «L’installazione riproduce un suono senza confini, che poi è uno stato mentale senza confini» spiega. Uno stato che nell’acqua è possibile raggiungere, perché se nell’aria la sorgente del suono è facilmente distinguibile, sotto la superficie dell’acqua «il suono viaggia quattro volte più velocemente e non sappiamo da dove proviene» spiega Thomsen. «Ed è proprio in questo modo che, in un certo senso, diventiamo un tutt’uno con l’ambiente». Quando ci immergiamo, «l’unico strato che divide l’acqua che abbiamo dentro di noi dall’acqua che è fuori di noi è la pelle» sottolinea. Attraverso la musica ambientale, Sound’s Hidden Journey Under Water resta in ascolto dell’acqua, senza imporsi per recepire e accogliere. «Ascoltare l’acqua è imparare un altro modo di connetterci ad essa» afferma Laila Skovmand, che invece ha registrato i suoni dalle profondità delle acque di Svezia, isole Faroe, Finlandia e Groenlandia. Sempre per Laila Skovmand,

L’acqua lega tutti gli esseri viventi sulla terra in una continua corrente vitale: stare seduti in una piccola barca ad ascoltare l’enorme quantità d’acqua che ricopre la nostra terra, ti rende molto umile e rispettoso.

Petri Kuljuntausta ha, invece, ascoltato i suoni del lago Saanajärvi, accanto alla montagna Saanatunturi, nella Lapponia Finlandese in una zona «che ha l’aria più pulita del mondo» ed è considerata sacra. «Vicino al lago» racconta «ci sono le pietre Seyda, formazioni di pietra sacra che le persone non dovrebbero spostare. Lungo le pendici della montagna, scorrono diversi ruscelli che finiscono nel lago Saanajärvi, come se la montagna piangesse: la montagna stessa è considerata un essere vivente».

Serie di immagini che ritraggono i progetti realizzati da Between Music, in ordine (immagine 1) Jens L. Thomsen per il progetto “Sound’s hidden journey”; (immagine 2) installazione Sound’s Hidden Journey Under Nordic Waters presso il Nordic Culture Point a Suomenlina; (immagini 3, 4, 5) alcuni scatti del progetto “Aquasonic”; (immagine 6) una foto del progetto “Breaking the surface”; (immagine 7) un’immagine ricavata dal progetto “Drowned requiem”. Tutti i diritti riservati. Riprodotte con il consenso degli autori e delle autrici.

Per il progetto Kuljuntausta ha suonato la chitarra elettrica su una barca, dialogando con il lago stesso, la cui risposta veniva “ascoltata” da un altoparlante subacqueo sotto la superficie. «È stata un’esperienza straordinaria. Mi sentivo come se stessi suonando il lago» così come la sua storia, i suoi abitanti, le sue leggende. «Tutti gli abitanti dell’acqua producono suoni e il paesaggio sonoro sott’acqua è in continua evoluzione» spiega Kuljuntausta. «Il paesaggio sonoro è influenzato, ad esempio, dal movimento e dalle correnti dell’acqua, dalla temperatura e dalla purezza dell’acqua, dalla presenza di organismi biologici o di sostanze inquinanti. Sulla base delle registrazioni subacquee, posso dire che Saanajärvi (a 5 km dal centro del villaggio di Kilpisjärvi) potrebbe essere uno dei laghi più tranquilli del mondo».

Immergendoci nell’acqua possiamo recuperarne, così, il ritmo, diverso in base ai luoghi in cui ci si trova ma simile per quell’immaginario comune dell’acqua che caratterizza le varie culture. E non è, infatti, un caso che nell’installazione artistica, tre differenti luoghi del Nord Europa raccontino, in fondo, la stessa storia. «Stare in acqua aiuta a rilassarsi» conclude Kuljuntausta, «riduce lo stress. L’acqua è vitale per noi e il ritmo dell’acqua è qualcosa di molto primario. Stando vicino ad essa e ascoltando il suo ritmo si raggiunge uno stato di equilibrio incorporato. Non so spiegarlo, ma il suo effetto è significativo».

Sound’s Hidden Journey Under Nordic Waters spinge così a una nuova frequentazione del nostro rapporto con l’acqua, perché attraverso qualcosa di non comune, come l’ascolto dei suoi suoni, ritmi e riverberi subacquei, fa immergere nel nostro immaginario comune legato all’acqua. In un luogo in cui, come afferma Jens Thomsen, «siamo tutti uniti perché siamo acqua e siamo nell’acqua».


  1. Per approfondire il poema babilonese della creazione Enuma Elish si veda Bianchi E. (2007). Adamo dove sei?, Qiqajon, Maiano. Si può anche consultare Bibbia (La) di Gerusalemme (1974), EDB, Bologna, p. 32. ↩︎
  2. Sul Nun e ulteriori approfondimenti sulla cultura Egizia si veda Tosi M. (2004). Dizionario enciclopedico delle divinità dell’antico Egitto, Ananke, Torino, 1. ↩︎
  3. Per uno sguardo più approfondito sulle Upanishad e l’Atman si veda Geoffrey P. (1964). Le Upanishad, la Gita e la Bibbia: Studio comparato delle scritture hindu e cristiane, Ubaldini Editore, Roma. ↩︎
  4. Sulla dea azteca Chalchiuhtlicue si veda Dehouve D., Dehouve D. (2020). The rules of construction of an Aztec deity: Chalchiuhtlicue, the goddess of water, Ancient Mesoamerica, 31(1), 7–28. ↩︎
  5. Per approfondire il mito della dea dell’acqua azteca si veda Mclaren Walsh J. (2002). The Smithsonian Water Goddess: An Aztec Sculpture Rediscovered, Res: Anthropology and Aesthetics, 42, 142–58. DOI:10.1086/RESv42n1ms20167575 ↩︎
  6. Il Segretario generale delle Nazioni Unite e Presidente del Gruppo della Banca mondiale ha convocato un High Level Panel on Water (HLPW), composto da 11 capi di Stato e di governo in carica e un consigliere speciale, per fornire la leadership necessaria per sostenere un approccio globale , un modo inclusivo e collaborativo di sviluppare e gestire le risorse idriche e di migliorare i servizi legati all’acqua e ai servizi igienico-sanitari. ↩︎
  7. Sui Principi di Bellagio sulla valorizzazione dell’acqua si veda High Level Panel on Water (2017). Bellagio Principles of Valuing Water, The Valuing Water Initiative. https://sustainabledevelopment.un.org/content/documents/15591Bellagio_principles_on_valuing_water_final_version_in_word.pdf ↩︎
  8. Per uno sguardo più approfondito del rapporto dei Wayuu con l’acqua si veda Daza-Daza A. R., Rodríguez-Valencia N., Carabalí-Angola A. (2018). El recurso agua en las comunidades indígenas Wayuu de la Guajira Colombiana. Parte 1: Una mirada desde los saberes y prácticas ancestrales, Información tecnológica, 29(6), 13-24. https://dx.doi.org/10.4067/S0718-07642018000600013 ↩︎
  9. Per approfondire il rapporto dei Ngarrindjeri con il fiume Murray si veda Birckhead J., Greiner R., Hemming S., Rigney D., Rigney M., Trevorrow G., Trevorrow T. (2011). Economic and cultural values of water to the Ngarrindjeri people of the lower lakes, Coorong and Murray Mouth, River Consulting, Townsville, Australia. ↩︎
  10. Sugli acquedotti delle civiltà precolombiane in Perù si veda Rovere M. B., Iza A. (2007). Prácticas ancestrales y derecho de aguas: de la tensión a la coexistencia, IUCN, Gland, Switzerland. ↩︎
  11. Per approfondire l’importanza dell’aspetto culturale e spirituale dell’acqua si veda Khayat L., Jara D. (2021). An insight into the cultural and spiritual value of water, IUCN, Gland, Switzerland. https://www.iucn.org/news/environmental-law/202104/insight-cultural-and-spiritual-value-water#_ftn3 ↩︎
  12. Sul rapporto tra l’essere umano e l’immaginario dell’acqua si veda Maneglier H. (1994). Storia dell’acqua, SugarCo, Carnago. ↩︎
  13. L’installazione sonora Sound’s Hidden Journey Under Nordic Waters è una parte dell’intero progetto che porta lo stesso nome, ideato da Between Music. I paesaggi sonori subacquei sono un’area poco sviluppata. Teledyne Reson ha sostienuto il progetto con i suoi idrofoni all’avanguardia e con la sua inestimabile conoscenza della tecnologia acustica subacquea. L’Università di Aarhus e l’Università della Danimarca meridionale hanno garantito la qualità delle registrazioni sonore. Il sito ufficiale: https://www.betweenmusic.dk/sounds-hidden-journey ↩︎

Newsletter

Dove la cultura ramifica ed evolve

Iscriviti per ricevere ogni sabato la nostra newsletter gratuita