Carə lettorə,
è già passato un mese dalla nascita di Mangrovia. Grazie per ogni consiglio, suggerimento, dimostrazione di affetto e simpatia condivisi in queste prime settimane: non erano scontati e ne faremo tesoro. Come promesso, questo mese esploreremo insieme un altro habitat, in cui c’è oltre il 50% di possibilità che tu viva: le città.
Entro sei anni, secondo le proiezioni Onu, abiterà negli agglomerati urbani oltre il 70% degli esseri umani esistenti sul pianeta. Come viviamo, come vivremo insieme? È possibile pensare una città in cui ogni persona venga accolta e possa muoversi in autonomia, esprimersi liberamente, partecipare a una buona vita di relazione e al benessere collettivo? È possibile progettare luoghi di coesistenza che non scartino persone e cose e abbiano presenti le condizioni di vita necessarie alle generazioni a venire? È possibile abilitare pratiche in cui i conflitti vengano gestiti senza arrivare alla reciproca distruzione?
Di questi tempi, anche solo farsi queste domande può essere considerato bizzarro: noi crediamo che sia urgente. Queste domande hanno guidato la ricerca delle altre storie che ti presentiamo, storie di persone che attraverso l’arte, la cultura e la tecnologia portano avanti progetti e azioni che concretamente possono aiutarci a rispondere.
In questo mese, proveremo a riflettere, ad esempio, sul rapporto tra le città e alcuni beni essenziali come l’acqua e l’illuminazione, su alcune pratiche di partecipazione per i diritti alla salute e all’istruzione, su come utilizzare i big data per far intervenire nella gestione degli spazi chi li abita, su un approccio radicale alla gestione dei rifiuti che passa dalla ricerca sui nuovi materiali.
Continuiamo a non accontentarci e a essere curiosз, insieme. Aspettiamo la tua prospettiva, fatti sentire.
Buona lettura!