Ti sto guardando: ti fidi di me?
La convivenza urbana nei progetti dell’Edgelands Institute

Dopo la pandemia, le regole implicite ed esplicite di convivenza stanno cambiando? L’Edgelands Institute cerca di capirlo con interventi tra arte e ricerca in diverse città del mondo. Ecco come
La convivenza vive di fiducia: fiducia interpersonale, tra noi individui e le comunità di cui facciamo parte e poi con le istituzioni pubbliche o la leadership politica. Cosa rompe questa fiducia? Come si fa a mantenerla? Cosa significa vivere in un contesto dove questa fiducia non c’è?
Se una persona che incontri ti dicesse: “Ehi, sono diffidente” oppure “Ti sto controllando” la conversazione non si evolverebbe. «Diffidenza e controllo sono tra le caratteristiche che influenzano di più le relazioni ma che nessuno ammette di avere o abilitare» spiega Ogutu Muraya. «Ma se uscissi da te ed entrassi nei panni di un personaggio?» Drammaturgo, oratore, nel suo gioco di ruolo Times of Mistrust – A game of unconfortable encounters, Muraya invita a mettersi nei panni di uno di sei personaggi: il diffidente, il maniaco del controllo, l’outsider che lotta con sentimenti di alienazione, l’escluso, il personaggio che si sente impotente e dà sempre la responsabilità agli altri e quello bloccato nel pensiero dualistico bene/male. «Se ne possono aggiungere degli altri, quello che ha paura, ad esempio» spiega.

Ogutu Muraya è drammaturgo, scrittore e oratore. È nato e vive in Kenya. Ha studiato Relazioni Internazionali all’USIU-Africa e si è laureato nel 2016 con un Master in Arts al DAS Theatre di Amsterdam. Le sue opere performative e di narrazione sono state presentate in teatri e festival di tutto il mondo. Si dedica a pratiche di performance letteraria in cui scrittura e teatro si integrano. Attualmente sta lavorando a una storia che incrocia migrazioni e immaginario oceanico.
I sei personaggi del gioco sono chiamati a interagire in quattro scenari principali: uno è il dilemma, in cui ciascuno deve scegliere tra opzioni comunque sfavorevoli; un altro è lo scenario cooperativo, in cui lavorare insieme per raggiungere un obiettivo; il terzo è competitivo, dove la spinta è a scontrarsi per vincere; l’ultimo è un esperimento mentale, come ad esempio immaginare un mondo senza storie.
Il prototipo del gioco da tavolo, che comprende un moderatore, apposite carte e un libretto di istruzioni, è stato realizzato a febbraio 2022 per la mostra Common Ground, realizzata al centro culturale Bodega Confama di Medellin al termine di una residenza di tre settimane organizzata dal collettivo svizzero Matza e dall’istituto Edgelands, che dal 2021 si occupa di studiare le regole del contratto sociale in diverse città del mondo, con un particolare focus sulle tecnologie della sorveglianza.
Ogni città non comporta forse una convivenza che può diventare “Un gioco di incontri scomodi”?
Il metodo Edgelands
«Le città in cui siamo stati finora sono: Medellìn, in Colombia; Cucuta, al confine tra Colombia e Venezuela; Ginevra, in Svizzera; Nairobi, in Kenya e abbiamo appena iniziato a Houston, in Texas (Usa)» racconta Laura Garcia Vargas, ricercatrice e manager delle alleanze istituzionali all’Edgelands Institute. «La pandemia ha provocato un’accelerazione della digitalizzazione: l’istituto è nato con l’idea di capire come le persone percepiscano la sicurezza nelle loro città e le tecnologie digitali che vengono usate per garantirla. Alla fine, speriamo di avere una visione comparativa e globale di cosa sta accadendo».
L’Edgelands, letteralmente “terre di confine”, è stato cofondato da Yves Daccord, già direttore generale del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Beatriz-Botero Arcila, docente di diritto all’università Sciences Po di Parigi, e Danil Kerimi, componente del comitato consultivo di vigilanza indipendente dell’Organizzazione Mondiale sulla Proprietà Intellettuale dell’ONU, già esperto di prevenzione al terrorismo per le Nazioni Unite e capo dei settori “Economia digitale” e “Industria tecnologica” del World Economic Forum.

Laura Garcia Vargas è ricercatrice e manager delle alleanze istituzionali all’Edgelands Institute. Nata in Colombia, vive a Ginevra, in Svizzera. Sta conseguendo un dottorato in Giurisprudenza al Centre for Law, Technology and Society all’università di Ottawa (Canada) con un progetto di ricerca sulla regolamentazione delle tecnologie digitali con capacità di geolocalizzazione oltre il quadro di protezione dei dati in uso.
Collegati su Linkedin«Edgelands è un istituto pop-up, che significa due cose» racconta Garcia Vargas «La prima è che dopo cinque anni scompariremo: vogliamo solo essere una scintilla che avvi una conversazione. La seconda è che il nostro lavoro con le comunità di ogni città è limitato nel tempo: arriviamo, realizziamo progetti e ricerche, poi andiamo via, torniamo per un altro breve periodo e poi lasciamo definitivamente, sperando di avere attivato processi di cambiamento per le persone che vivono lì».
Come il GovLab della New York University attraverso l’approccio chiamato AI Localism1 ha elencato le iniziative locali di diverse città che cercano di implementare un utilizzo responsabile dell’IA, così l’Edgelands vorrebbe arrivare ad un elenco di buone pratiche sull’utilizzo di tecnologie digitali per la sorveglianza e la sicurezza.
«La prima attività che svolgiamo in ogni città è una serie di interviste a persone del posto con diversi interessi su sicurezza e tecnologie per la sorveglianza» spiega Garcia Vargas. «Chiediamo loro di segnalarci altre persone da intervistare e arriviamo a circa 30-40 interviste in profondità, riassunte in un documento chiamato ‘report diagnostico’ che funge da base per il lavoro successivo».
Il metodo Edgelands è composto da tre pilastri: ricerca, dialoghi, arte. «I dialoghi si concretizzano in workshop e/o programmi rivolti principalmente alle persone giovani della città, che possono conversare con esperti da tutto il mondo e da cui possiamo capire le priorità politiche.
In base ai problemi che riscontriamo e alla facilità di accesso ai dati delle amministrazioni, li condividiamo con loro perché avviino progetti: a Medellin ci siamo riusciti, a Ginevra no. In Svizzera abbiamo quindi provato a fare una mappatura partecipata delle telecamere urbane di sorveglianza, non solo pubbliche ma anche private. Parallelamente facciamo molte tavole rotonde con diversi stakeholder».
La parte più specificatamente di ricerca è focalizzata sul contratto sociale, formula diffusasi dal 1600 in ambito giusnaturalistico2 per indicare le regole del contratto che gli individui stipulano con lo Stato per uscire dalla condizione “naturale” e per avere in cambio servizi come la sicurezza.
«In parole povere il contratto sociale è composto dalle regole che ci permettono di vivere insieme»
«Quali sono queste regole implicite ed esplicite oggi? Come le vedono le persone? Cosa chiedono? Che problemi di fiducia ci sono? Oltre alla formula tradizionale, tra Stato e cittadini, devono esserci anche le aziende private? Ogni persona ha un’opinione sulla sicurezza nel posto in cui vive» afferma Garcia Vargas «In alcune città, quando la chiediamo durante l’intervista ci viene risposto: ‘Non sono esperto/a’, in altre invece ci rispondono senza problemi. A Ginevra ad esempio a volte abbiamo notato una riluttanza a entrare nel merito, perché spesso, se pensi che le cose funzionino, non ti crei il problema».
Il terzo pilastro del metodo Edgelands è l’arte, che si struttura nelle collaborazioni con l’agenzia fotografica Magnum Photos e con il collettivo svizzero Matza: «Magnum realizza un progetto fotografico per ogni città sulla base del report diagnostico e attraverso una residenza che include un workshop gratuito per le persone del posto» spiega Garcia Vargas «Matza invece riunisce artisti locali e internazionali in residenze plurisettimanali con un’esposizione finale». La prima è stata alla Bodega Confama di Medellìn, la città colombiana che più di altre sintetizza le contraddizioni del contratto sociale.
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Medellin e il gioco degli incontri scomodi
«L’arte è davvero una forma di comprensione pre-verbale del mondo» afferma Sara Arango Franco «Anche se non sappiamo come dare un nome alle cose o come collegare certe idee dal punto di vista accademico, l’arte è ci spinge a fare questi collegamenti senza parole».

Sara Arango Franco è data consultant per l’Edgeland Institute. Laureata in “Ingegneria Matematica” all’Universidad EAFIT (Colombia) e specializzata in “Informatica Urbana” al NYU’s Center for Urban Science and Process (CUSP), è stata sostenitrice della sostenibilità urbana a Medellín, in Colombia. Ha lavorato come Data Scientist e ricercatrice al Marron Institute for Urban Management della New York University (NYU) e come ricercatrice all’Universidad EAFIT, la Purdue University e l’Universidad de Chile.
Scopri il report su MedellinData consultant di Edgelands, Arango Franco ha partecipato alla residenza alla Bodega Confama. «Abbiamo vissuto in tenda in una grande e rumorosa bodega in mezzo ai senzatetto per due settimane», racconta, «è stato molto intenso e stimolante grazie a tutte le persone che abbiamo incontrato».
Arango Franco ha esposto in mostra Pérdidas — Espectros de Información, un collage digitale realizzato con il linguaggio di programmazione Python che racchiude open data e immagini sulla violenza a Medellin e nell’intera Colombia. «Sono stupita di quanto siano profonde le connessioni e le esperienze umane e di quanto tutto ciò si trasformi velocemente in pochissimi ricordi, a volte arbitrari, o in dati numerici, frammenti molto ridotti dell’intera esperienza» afferma Arango Franco. «I dati nudi, seppur necessari, non hanno la capacità di far sì che le persone si connettano all’esperienza o provino emozioni: ho voluto quindi riportare queste rappresentazioni sul piano sensoriale, sperando che qualcuno provasse un’emozione per qualche secondo. Le persone pensano che di sicurezza si possa parlare solo attraverso metriche e numeri e definizioni molto ristrette ma non è sufficiente, perché è un tema che ci riguarda molto da vicino».
A Medellìn, grazie ai dati forniti anche dagli enti pubblici, l’Edgelands ha stilato un elenco di tutte le tecnologie di sorveglianza utilizzate in città e ha tracciato un quadro sulla percezione del loro funzionamento; una ONG attraverso i workshop ha creato un cruscotto aperto ai cittadini sui dati sugli omicidi in città; studenti e studentesse hanno potuto riflettere su quei dati.
«Abbiamo formulato una serie di raccomandazioni per il governo, specie sulle valutazioni di impatto sulla tecnologia: da interviste e focus group è emerso che cittadini e cittadine vogliono più tecnologia e più tecnologia open, ma non sanno effettivamente cosa venga utilizzato nonostante cospicui finanziamenti né se queste tecnologie funzionino» spiega Arango Franco «È come se ciascuno fosse nella propria piccola bolla: dopo la pandemia è questo il modo in cui la società va avanti in tutto il mondo?»
Tra gli anni ’80 e ’90, Medellin, che dopo Bogotà è la città più popolata della Colombia, era tra le città più pericolose al mondo per il numero di omicidi, rapimenti e crimini collegati ai cartelli del narcotraffico internazionale, di cui è diventata una delle capitali dopo il crollo dell’industria tessile e del suo indotto che aveva garantito una buona crescita economica nella prima parte del Novecento.
Dalla metà degli anni ’90, la collaborazione tra pubblico e privato ha consentito una serie di azioni di rigenerazione socio-economica che hanno determinato un deciso cambiamento di rotta, di cui è simbolo la vittoria, nel 2016, del premio Lee Kuan Yew World City per l’innovazione urbana e sociale assegnato alla città dal primo ministro di Singapore.
Tuttavia si stima che a Medellin ci siano ancora tra i 350 e i 400 combos, strutture di criminalità organizzata formate da giovani uomini che controllano il traffico di droga, le estorsioni e altre attività criminali sulla base di un minuzioso controllo territoriale di alcuni quartieri a basso e medio reddito.
«A Medellin il contratto sociale è molto frammentato, come se ci fossero due Stati, uno formale e uno informale» afferma Arango Franco. «A seconda delle esperienze che hanno vissuto, dei luoghi in cui vivono, le persone sono più o meno portate a fidarsi dello Stato» con tutta una serie di meccanismi di sorveglianza e autosorveglianza informale.
«Quando sono tornata da New York mi sentivo molto osservata. Penso che il contratto sociale possa essere descritto ovunque come un contratto in cui la fiducia non è omogenea tra luoghi o gruppi diversi». Ne è un esempio, sottolinea Garcia Vargas, il proverbio popolare colombiano per cui se vieni derubato è perché ne hai dato al ladro l’opportunità: «Questa colpevolizzazione della vittima, dovuta ad un’individualizzazione per cui non esiste responsabilità statale o sociale, è un tratto che molte delle persone intervistate hanno sottolineato come primo punto di cambiamento culturale».
Le amministrazioni locali puntano sulle tecnologie di sorveglianza come forma di contrasto della criminalità ma resta il tema cybersecurity: il 2 febbraio 2023 il sistema informatico cittadino di “Emergenza e Sicurezza” è stato violato da un attacco hacker ransomware3, e al rifiuto dell’amministrazione di pagare il riscatto sono stati pubblicati online centinaia di migliaia di pagine di documenti riservati con dati sensibili sanitari dei cittadini ma anche informazioni su omicidi avvenuti tra il 2020 e il 20224.
D’altro canto, sottolinea Maria Camila Roldan, community organizer dell’Edgelands Institute, «la tecnologia non sempre risolve tutti i problemi né è sempre collegata ai veri bisogni delle persone».
Non è un caso che il settore dell’amministrazione comunale che si occupa di sicurezza si chiami Secretaria de Seguridad y Convivencia e dichiari di puntare su società civile e mondo accademico come leve di conoscenza. Nel 2021 la città è diventata Distretto Speciale di Scienza, Tecnologia e Innovazione della Colombia, con Zone di Trattamento Speciale per le attività che valorizzino la rigenerazione urbana, l’accessibilità e la reindustrializzazione: tra i risultati del lavoro dell’Edgelands anche le raccomandazioni per il piano di sviluppo 2024-2027.
Servirà anche a guardarsi negli occhi con più fiducia?
- Cfr. https://ailocalism.org/ ↩︎
- Corrente filosofico-giuridica che presuppone una legge naturale (in latino “ius naturae”) superiore al diritto formale, positivo, che in età moderna ha preso la forma dello Stato nazionale. Si distingue un giusnaturalismo volontaristico (legge di natura dettata da una volontà sovraumana), naturalistico (legge naturale come istinto comune dell’animalità), razionalistico (legge di natura dettata dalla ragione). Per approfondire: https://www.treccani.it/enciclopedia/giusnaturalismo_(Dizionario-di-filosofia)/ ↩︎
- Tobón, S. O. (2023b, February 2). Extraño ataque cibernético a la línea 123 en Medellín: se afectaron llamadas de emergencia y operación de las cámaras de seguridad. In El Colombiano. ↩︎
- Balbín, C. Á. (2023b, March 27). Ciberdelincuentes publicaron miles de documentos robados de la Línea 123 de Medellín. In El Colombiano. ↩︎