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Un ciak per salvare le api

L’apicoltura come modello per riconnettersi con la Terra

Marta Abbà
una storia scritta da
Marta Abbà
 
 
Un ciak per salvare le api

Buzz of Transformation è un progetto documentaristico internazionale che racconta, attraverso testimonianze autentiche, il ruolo degli apicoltori nel rapporto tra uomo e natura. La regia partecipata e l’approccio narrativo inclusivo offrono uno sguardo diretto sulle sfide ambientali e sociali contemporanee. Un’iniziativa che unisce cinema e attivismo per promuovere consapevolezza e cambiamento.

«Mi sono trovato a decidere il perché continuare a fare il lavoro che faccio da sempre e ho scelto di trasformarlo in un modo per creare opportunità di riflessione sul futuro del pianeta, in modo intergenerazionale e senza retorica. Con spirito pratico». Maurizio Gigola fa il regista da anni e spiega così perché ha iniziato a dedicarsi solo a documentari non fiction «raccogliendo e facilitando testimonianze altrui».

Maurizio Gigola è un regista e autore italiano con oltre 25 anni di esperienza nella produzione di documentari e film. Ha collaborato con reti televisive prestigiose come Rai, Mediaset e National Geographic, vincendo riconoscimenti come il Gold Camera Award. Buzz of Transformation è il suo più recente progetto con cui intende utilizzare il cinema per sensibilizzare un largo pubblico su tutto ciò che riguarda la sostenibilità e la conservazione del mondo delle api mettendo in evidenza il legame cruciale tra biodiversità, alimentazione sostenibile e salute ambientale, ispirando un’azione globale.

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Ha smesso di dedicarsi all’arte cinematografica fine a se stessa, preferendo mostrarne la potenza in quanto mezzo di comunicazione, laddove molti altri falliscono. La sua nuova sfida riguarda il mondo delle api e degli apicoltori: vuole far sentire in tutto il mondo l’eco di Buzz of Transformation.

Le storie delle api: un mosaico globale di cambiamento

Il suo nuovo progetto in collaborazione con Apimondia1, si chiama proprio così, è tuttora in corso e lo vede al lavoro con altri nove registi di diverse nazionalità, tutti impegnati a «raccogliere testimonianze di persone che lavorano con le api quotidianamente, per valorizzare il rapporto che loro e le loro comunità hanno saputo costruire e mantenere con la natura» spiega Gigola.

Ci saranno sei episodi, con quattro storie ciascuno, e zero storytelling fine a sé stesso: l’obiettivo del team di registi è infatti unicamente quello di trasmettere interdipendenza tra persone e natura e il rispetto per ciò che ci circonda, anche se piccolo. Due dimensioni oggi a rischio di estinzione e che il mondo delle api può aiutare a riscoprire e diffondere in modo straordinariamente potente ed efficace, attraverso il racconto di tante diverse sfide locali, parallelamente in corso in ogni continente. Collezionando una moltitudine crescente di piccole storie autentiche, Gigola vuole avvicinare le persone alle grandi sfide che, pur essendo cruciali, non ricevono oggi l’attenzione che meritano. Tra queste: la crisi climatica, l’inclusività economica e sociale, la parità di genere in ogni angolo di società e le trasformazioni legate alla digitalizzazione, che richiedono una transizione giusta e sostenibile.

Alcune immagini del lavoro degli apicoltori in Buzz of Transformation. Tutti i diritti riservati. Riprodotte con il consenso di autori e autrici.

Regia partecipativa, persone al centro

Buzz of transformation è una sfida nelle sfide: mentre gli apicoltori giocano le proprie, i dieci registi affrontano la loro, cercando di far percepire a chi vede le loro opere che «siamo tutti coinvolti». Come? Attraverso testimonianze personali e regia partecipata.

Le testimonianze sono al centro dell’arte di Gigola da sempre:

«Sono il contenuto più credibile in un mondo in cui la comunicazione è sempre di più confusa, il modo più efficace per connettere utente e contenuto dell’informazione quando sono entrambi umani, reali e autentici» spiega.

Inoltre, sottolinea l’importanza dei criteri di scelta dei contenuti di un’opera come quella che si sta preparando a realizzare.

Anche se “raccolti sul campo”, per essere davvero autentici, infatti, i contenuti di una serie di docu-film devono essere contestualizzati correttamente e presentati con una prospettiva coerente con chi li vive. Quella delle comunità protagoniste: decolonizzata, sincera e non filtrata. È qui che entra in gioco il concetto di regia partecipata, al centro del progetto Buzz of Transformation.

Fin dall’inizio Gigola e colleghi, infatti, hanno scelto di coinvolgere le comunità di volta in volta raccontate, non solo nella costruzione della narrazione, ma anche nella realizzazione stessa delle riprese. Per ogni storia, infatti, si stanno creando veri e propri team di videomaker locali che possano immortalare scene di apicoltura quotidiane con il proprio smartphone e il proprio punto di vista unico, prezioso perché frutto di una sensibilità territoriale non replicabile.

Il lavoro sul set di “Buzz of Transformation”. Tutti i diritti riservati. Riprodotte con il consenso di autori e autrici.

Un altro principio fondamentale che guida la squadra di registi è la centralità delle persone e l’impatto sulle comunità raccontate che deve essere sempre positivo, diretto e durevole. Gigola non è nuovo a questo tipo di relazione con le storie su cui lavora: prima di dedicarsi a miliardi di api, con lo stesso approccio ha documentato le sfide dei vignaioli del Friuli e di alcuni musicisti dispersi nella giungla del Venezuela, come anche di singoli personaggi noti come il maestro Gualtiero Marchesi2 e il pioniere della genetica Leroy Hood3. Possono sembrare storie diverse e lo sono, ma ad accomunarle c’è il modo in cui vengono rappresentate su pellicola da Gigola. Vale l’intenzione e lui la sua prova a sintetizzarla in un claim che tuttora lo accompagna nel mondo, anche in quello delle api: “Filming for a Better World”.

 

Api sotto i riflettori tra verità e responsabilità

«Promuovere il nostro lavoro attraverso dei documentari è certamente utile, può contribuire a far comprendere, almeno in parte, le sfide che gli apicoltori si trovano oggi ad affrontare».

«L’intento è valido, ma perché questi strumenti siano davvero efficaci, è fondamentale che si basino su informazioni concrete e ben documentate» spiega Giancarlo Naldi direttore dell’Osservatorio Nazionale Miele.

Osservatorio Nazionale Miele

L’Osservatorio Nazionale Miele è un’associazione senza fini di lucro fondata nel 1988 come organismo nazionale di supporto del settore apistico che associa Organizzazioni apistiche a livello nazionale e regionale e alcune istituzioni pubbliche. L’Osservatorio si occupa principalmente del monitoraggio e miglioramento della qualità dei mieli, analizzando oltre 1.200 campioni annui attraverso il concorso “Tre Gocce d’Oro”. Gestisce una banca dati con oltre 13.000 campioni e monitora mensilmente la produzione e i prezzi di mercato, pubblicando report periodici. Fornisce assistenza al settore tramite MieleInforma, un Centro di Riferimento Tecnico che offre aggiornamenti legislativi e scientifici. Collabora con ICQRF per individuare frodi e diffonde buone pratiche agricole per la salvaguardia degli impollinatori. Organizza inoltre varie iniziative culturali e gastronomiche per promuovere la conoscenza del miele italiano.

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Per chiarire subito la sua posizione, Naldi cita un esempio concreto: un messaggio tendenzialmente diffuso per promuovere la tutela delle api e che afferma «Non si sente più in ronzio di una volta…». «Il fine è lodevole ma rischia di essere controproducente perché fa pensare che le api siano già scomparse e che il miele in commercio provenga tutto dalla Cina, cosa che non corrisponde alla realtà», spiega Naldi. «In Italia ci sono oltre 1.700.000 alveari sparsi in tutte le regioni e ciascun alveare, nella stagione produttiva, può contenere fino a 50.000 api. Le api ci sono ancora, grazie ai tanti apicoltori che resistono e le difendono da mille insidie. Ma il rischio di una loro perdita c’è».

La sua osservazione conferma la necessità di una regia partecipata come quella di Buzz of transformation, per non cadere in errori non voluti ma comunque dannosi per l’intero settore. Allo stesso tempo le sue parole si interrogano su quale sia «il rischio» che realmente lo minaccia.

Naldi parla di rischio al singolare, ma poi ne elenca tanti quando gli si chiede di entrare nel merito, dividendoli ordinatamente in produttivi e di mercato.

Sul piano produttivo i più critici riguardano il degrado ambientale che riduce la disponibilità di nettare, e il cambiamento climatico, che ne amplifica gli effetti. A questo proposito, Naldi sottolinea l’importanza dell’acacia, una pianta spontanea essenziale per la produzione del miele più richiesto dal mercato. «La sua fioritura che avviene tra maggio e giugno e dura dai 7 ai 10 giorni, è estremamente delicata», spiega. «Se pioggia, vento e gelate tardive la compromettono, possono registrarsi effetti molto negativi, fino anche all’annullamento della produzione per una intera stagione».

Un altro fattore limitante è l’apicoltura intensiva, che in alcuni casi ricorre a pratiche scorrette di difesa fitosanitaria, dannose per le api e causa di una migrazione forzata degli apicoltori. L’elenco di Naldi continua con le sfide inerenti alla «perdita della capacità nettarifera di nuove cultivar di essenze agricole ottenute seguendo il solo criterio della massima produttività oleica e non mellifera», e con i rischi legati a «patologie e predatori esotici che rendono difficile la vita delle api».

Dal punto di vista economico, il rischio sembra essere solo uno, ma di grande impatto: la presenza crescente di miele di bassissima qualità, venduto a prezzi talmente bassi da rendere impossibile qualsiasi forma di concorrenza sostenibile.

Documentare per agire

L’Osservatorio Nazionale Miele italiano prova a fare la propria parte sul territorio che gli compete, coordinando il tavolo tecnico presso il Ministero dell’agricoltura per promuovere buone pratiche a difesa di api e impollinatori4, ma quelle citate da Naldi sono sfide globali, da affrontare su tale scala. Non sono semplici da spiegare e questo non aiuta, ma per vincerle è necessario abbracciare la complessità che le caratterizza e convincere produttori e consumatori di miele a fare squadra. Riuscirà una serie di documentari a far sì che tutto ciò avvenga?

Buzz of transformation ci prova, mirando a risvegliare l’interesse collettivo attorno alle sfide che emergono raccontando l’apicoltura, ma che non sono solo dell’apicoltura. Per l’Italia, secondo Naldi, i messaggi fondamentali a cui dar voce sono due e riguardano la lettura dell’etichetta e la difesa fitosanitaria.

La prima è finalizzata perché permette a chi acquista miele di distinguere quello di qualità garantita. «Dal rododendro delle Alpi all’acacia, dagli agrumi del sud al corbezzolo e asfodelo di Sardegna, solo in Italia esistono un’infinità di millefiori caratteristici di tanti territori. Anche se il prezzo è più alto5», ammette Naldi, «sceglierlo è l’unico modo per supportare gli apicoltori autentici, senza i quali le api sparirebbero davvero in pochissimo tempo».

Anche gli apicoltori possono fare qualcosa per sé stessi e per le proprie api, però: «adottare le tecniche di difesa fitosanitaria che la ricerca ha sviluppato» ricorda Naldi «sono efficaci e rispettose dell’ambiente e della salute. Portano vantaggi prima di tutto alla nostra categoria».

 

  1. Apimondia, la più grande associazione di apicoltura https://www.apimondia.org/ ↩︎
  2. L’opera di Gigola su Gualtiero Marchesi: Perfetto, S. (2021, November 2). Harvest 2020: Director Gigola’s latest documentary explores wine and people from the Friuli Venezia Giulia region. L’Italo-Americano – Italian American Bilingual News Source. https://italoamericano.org/harvest-2020-director-gigola/ ↩︎
  3. Leroy Hood, un pioniere degli studi di genomica https://isbscience.org/people/leroy-hood-md-phd/ ↩︎
  4. Linee guida e buone pratiche dell’osservatorio nazionale miele: LINEE GUIDA PER LA SALVAGUARDIA DEGLI IMPOLLINATORI – Osservatorio Nazionale Miele. (2025, February 11). Osservatorio Nazionale Miele. https://www.informamiele.it/linee-guida/; Tabelle tossicità delle sostanze attive impiegate in agricoltura e in alcuni biocidi nei confronti delle api e loro persistenza nell’ambiente – Osservatorio Nazionale Miele. (2025, March 5). Osservatorio Nazionale Miele. https://www.informamiele.it/tabelle-tossicita/ ↩︎
  5. La guida Tre Gocce d’Oro: https://www.informamiele.it/le-guide-tre-gocce-doro/ ↩︎

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