
In un asilo della città vecchia di Gerusalemme, la giovane violinista e aspirante psicologa Tamara Ghrayeb, porta in classe spartiti e melodie trasformandoli in tecnologici mezzi per immaginare futuri possibili.
Non è nemmeno un anno che insegna all’asilo, lei ne ha 21 e i suoi allievi dai 3 ai 6. Ha iniziato a novembre 2024 e ora tiene da sola cinque classi di bambini palestinesi, cristiani e musulmani. La struttura che li ospita è la Terra Sancta Kindergarten di Gerusalemme e lei è Tamara Ghrayeb, una violinista che studia anche psicologia alla Open university of Israel e ha integrato nel processo d’insegnamento tool di Intelligenza Artificiale e particolari video con i musicogrammi che rappresentano le note in modo diverso dallo spartito tradizionale. Il tutto per «aiutare i più piccoli a innamorarsi della musica, usarla per esprimersi e continuare a immaginare».
Il ritmo delle lezioni di Tamara Ghrayeb

Tamara Ghrayeb è una violinista di 21 anni, insegnante di musica per Terra Sancta Kindergarten di Gerusalemme e studentessa di psicologia della Città Vecchia, alla Open university of Israel. Negli ultimi tre anni ha anche lavorato come segretaria d’ufficio presso l’Istituto Magnificat. Tamara crede fermamente nel potere della musica per sostenere la crescita emotiva e sociale dei bambini e ama incorporare strumenti di intelligenza artificiale nelle sue lezioni di musica. Il suo desiderio è che la musica diventi una parte essenziale della vita di ogni bambino, offrendo un modo per esprimersi liberamente, anche quando il loro ambiente può limitare la loro voce.
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Il suo sguardo è fermo, limpido e, da solo, risponde alla domanda “ce la farà?”: le sue idee su come raggiungere i propri obiettivi sono chiare e convincono a scommettere su di lei e sulla sua pragmatica determinazione. Tamara Ghrayeb sa benissimo cosa la aspetta, ma sa anche quanto sia necessario e prezioso per i bambini che le sue lezioni di musica alla Terra Sancta Kindergarten di Gerusalemme proseguano ed evolvano, mescolando note e tecnologia. Queste lezioni saranno loro utili per sviluppare competenze relative a ritmo, ascolto e coordinazione corporea, anche se non diventeranno mai dei musicisti. Trasmettergliele non è semplice e le coordinate geopolitiche del luogo dove Ghrayeb tenta ogni giorno di farlo non aiutano di certo.
«Uno degli aspetti per me più sfidanti è quello di riuscire a mantenere coinvolti i bambini piccoli per l’intera lezione, soprattutto considerando la loro ridotta capacità di concentrazione, le loro diverse personalità e i diversi livelli di preparazione e di predisposizione che hanno», spiega Ghrayeb. «Considerando, inoltre, che la maggior parte delle mie classi conta oltre 20 alunni». Una volta catturata l’attenzione, non è poi scontato riuscire a presentare i concetti in modo semplice, chiaro, ma allo stesso tempo divertente.
«Molti si avvicinano alla musica per la prima volta, non si può dare per scontato che abbiano familiarità con note e ritmo, ed è fondamentale che non si creino o accrescano divari tra gli alunni», spiega. «In questo le tecnologie mi stanno aiutando davvero tanto».
Che cosa sono i musicogrammi
Quando si parla di tecnologia a scuola, il pensiero corre alle tante battaglie “anti-tecnologia” tenutesi dentro le classi per chiuderla al di fuori, alle tante statistiche che provano a descriverla come il peggiore dei mali. Ci sono report e studi accademici1 che la ritraggono come responsabile di cali di apprendimento e di capacità di memorizzazione, se non di comparsa di analfabetismi precoci o povertà linguistica. Può sicuramente esserlo, ma può anche diventare un’alleata fondamentale per avvicinare una materia intangibile e, a tratti astratta, come la musica a degli alunni giovanissimi, restituendone la bellezza e l’importanza, soprattutto quando l’impararla non è la preoccupazione prima e quotidiana di chi studia in Palestina. Tra i supporti tecnologici che maggiormente aiutano Ghrayeb ci sono gli strumenti visivi per seguire la musica in modo interattivo. Il musicogramma ne è solo un esempio, ma resta il più emblematico e, pur non essendo nuovo, si conferma sempre innovativo. In ogni sua forma, si basa sempre sulla rappresentazione grafica non convenzionale: la notazione musicale che tutti conosciamo viene sostituita da linee, palline, simboli e colori che mostrano l’andamento della melodia, il ritmo e la struttura del brano. In questo modo il particolare tipo di “spartito” non si basa sulla lettura delle note, ma sull’ascolto attivo e sulla percezione uditiva.
All’inizio degli anni ‘70 il pedagogista belga di nome Jos Wuytack lo ha concepito e introdotto come strumento per insegnare l’ascolto della musica classica, rendendola più accessibile e coinvolgente. Oggi, Ghrayeb lo usa nelle sue classi, insieme alle mappe di tracciamento musicale online incorporando video, immagini e attività basate sul movimento. Un’idea tutta sua.
Questi musicogrammi «mi aiutano a spiegare concetti come ritmo, tempo e stati d’animo in un modo semplice e immediato», racconta. «Per me è importante che i bambini possano capirli e apprezzarli quotidianamente. Tutti, nessuno escluso».
L’arte di saper coinvolgere
Nelle classi di Ghrayeb l’attenzione per ogni allievo è una costante e un ingrediente speciale. Quando ogni giorno tutto può succedere e ogni bambino può avere il pensiero altrove, è fondamentale che su di lui si posi uno sguardo accorto e che ogni voce o silenzio non sia mai trascurato. Considerando le dimensioni delle classi, per Ghrayeb, il coinvolgimento attivo di tutti diventa un compito davvero impegnativo e l’intelligenza artificiale la aiuta. Non a prestare maggiore attenzione ai propri allievi ma ad avere più tempo ed energie per farlo. Tool di Intelligenza Artificiale, ad esempio, la supportano nell’organizzazione delle numerose lezioni, in modo che siano sempre adatte alle diverse esigenze di apprendimento dei bambini: ad ogni diversa fascia d’età e livello di abilità.
«Sono anche entusiasta della possibilità di esplorare altri strumenti basati sull’intelligenza artificiale in futuro», aggiunge.
«In particolare quelli che creano immagini dinamiche o forniscono ispirazione per attività creative».

Non solo, anche l’integrazione di immagini e animazioni nel classico spartito rende la musica più reale, coinvolgente ed emozionante per chi la incontra per la prima volta e non sa assolutamente come leggere le note.
Questo uso sperimentale, spontaneo e scevro da qualsiasi pregiudizio, che Ghrayeb fa delle tecnologie, sembra avere degli effetti benefici sui bambini che vi interagiscono con il suo supporto. «Vedo tutti più concentrati», racconta lei stessa. «Ascoltano meglio e iniziano a notare dettagli nella musica che prima non percepivano, riconoscendo schemi, strumenti o anche cambiamenti di atmosfera».
I bambini a cui si rivolgono le lezioni della giovane violinista hanno infatti dai 3 ai 6 anni, tutto è un inizio, e a Ghrayeb preme che già in questa fase abbiano la possibilità di immaginare ed esprimersi grazie alla musica.
«Spero che, col tempo, li aiuti a connettersi più profondamente con se stessi e con gli altri, ad ascoltare con maggiore attenzione, a crescere in fiducia esprimendosi creativamente», spiega.
Proprio come è successo all’insegnante stessa, che già all’età di 5 anni aveva iniziato a studiare violino e che da quel momento non ha mai smesso di coltivare la passione per il linguaggio musicale.
L’orchestra di scuole del futuro
«Insegnare ai bambini ha avuto un impatto enorme sulle mie scelte come giovane musicista. Mi ha fatto capire che la musica non riguarda solo la pratica o l’esibizione, ma è anche un potente strumento di comunicazione, connessione e sviluppo, specialmente per i bambini», confessa Ghrayeb.
«Questa esperienza mi ha portato a concentrarmi meno sulla pretesa di essere una performer perfetta e più sulla gioia e sullo scopo di ciò che faccio».
«Ha anche influenzato il tipo di persona che voglio essere: qualcuno che ispira, insegna e aiuta gli altri a crescere attraverso il dono della musica».
Dal novembre 2024 in ognuna delle sue cinque numerosissime classi, Ghrayeb coltiva il sogno di vedere tutte le scuole elementari di Gerusalemme Est offrire lezioni di musica regolari. «Credo fermamente che la musica possa essere un rifugio terapeutico specialmente in una città complessa ed emotivamente intensa come la nostra», spiega. «Queste lezioni daranno ai miei alunni modo per affrontare le sfide che li attendono ed elaborare i loro sentimenti attraverso un mezzo positivo e immaginativo».
«Il mio desiderio per il futuro? Fare in modo che sempre più scuole e comunità collaborino a questa iniziativa, rendendo il linguaggio musicale una parte regolare della vita dei bambini».
- Digital Education Council report on the relationship between AI and students, What Students Want: Key Results from DEC Global AI Student Survey 2024. (n.d.). https://www.digitaleducationcouncil.com/post/what-students-want-key-results-from-dec-global-ai-student-survey-2024. Academic study on the damage of AI on young people’s learning abilities (University of Bucharest), Vieriu, A. M., & Petrea, G. (2025). The impact of artificial intelligence (AI) on students’ academic development. Education Sciences, 15(3), 343. https://www.mdpi.com/2227-7102/15/3/343. Compilation of reports supporting the argument about the negative impact of AI on students, Simulations, S. (2024, November 27). The Negative Effects of Artificial Intelligence in Education. StratX Simulations. https://web.stratxsimulations.com/recent-posts/the-negative-effects-of-artificial-intelligence-in-education ↩︎