
Le notizie sul cambiamento climatico possono spingere all’azione, all’inerzia o alla disperazione: lo confermano George Tudorică, che ha analizzato matematicamente le reazioni dei lettori, e Rohan Chakravarty, che crea vignette per far prendere il tema più sul serio
Se tira un’aria negativa: – 1. Se invece c’è sentore di ottimismo e speranza: + 1. Non è un gioco né un test, è la sentiment analysis1. Siamo nel campo dell’elaborazione del linguaggio naturale, una branca dell’IA, e non si analizzano sentimenti veri, ma valori numerici restituiti da un algoritmo. Qualcuno potrebbe inorridire all’idea di tradurre le emozioni in numeri e ridurne la vastità a un sistema binario, ma per ora questa resta una delle migliori tecniche per analizzare in modo rapido, uniforme e coerente grandi volumi di testi. Per esempio, tutte le Top 25 World News Headlines di Reddit dal 2018 al 2023.
Come cambia il sentiment sul clima
Può sembrare una strana “rassegna stampa” dal profumo sentimentale, ma Bogdan George Tudorică e gli altri cinque ricercatori che l’hanno realizzata avevano un obiettivo diverso e chiaro: capire come è cambiato il “sentiment” delle persone rispetto a temi come la crisi climatica e l’ambiente.

Bogdan George Tudorică è un professore universitario esperto in programmazione informatica, reti informatiche, analisi dei dati, database, sicurezza informatica, multimedia e tecnologie educative. Ha conseguito l’abilitazione in analisi dei dati e intelligenza artificiale (2024), il dottorato di ricerca in Informatica economica (2014) e ha contribuito a numerosi progetti educativi e di ricerca. Attualmente è direttore del Dipartimento di Cibernetica, Informatica economica, Finanza e Contabilità dell’Università Petrolio-Gas di Ploiești (Romania). Inoltre, è un esperto formatore, istruttore e revisore di pubblicazioni scientifiche internazionali.
Sfogliando gli articoli più apprezzati su Reddit, social media di portata internazionale prevalentemente in inglese, hanno messo in luce alcuni trend, condivisi in un paper scientifico pubblicato su Frontiers2.
«Analizzando la frequenza e il contesto delle varie questioni ambientali affrontate, abbiamo scoperto quelle più diffuse nel discorso pubblico come le energie rinnovabili, le strategie per il clima, l’inquinamento, la perdita di biodiversità e le pratiche di vita sostenibili. E abbiamo cercato di identificare il sentimento associato a ciascuna di esse» spiega Tudorică.
Le rinnovabili e la sostenibilità in generale innescano ottimismo e partecipazione, l’inquinamento e il cambiamento climatico tendono invece a suscitare preoccupazione oppure urgenza di agire. Nulla di sorprendente emerge quindi dal primo quadro statico analizzato, ma se si effettua “un’analisi longitudinale”, nel tempo, si può capire come i sentimenti legati a ciascun argomento siano cambiati negli anni. Si iniziano così infatti a percepire tendenze non ovvie, come la recente crescita di attenzione per la resilienza climatica e le strategie di adattamento. Oppure la sempre più forte “pre-occupazione” per gli impatti del cambiamento climatico.
Sono tutti risultati utili per i politici, ma anche per ricercatori e ambientalisti, secondo Tudorică, e spiega come e perché. «I primi possono comprendere le reazioni del pubblico agli eventi ambientali e adattare di conseguenza le loro strategie di comunicazione. I ricercatori possono studiare la relazione tra la copertura mediatica e l’opinione pubblica sulle questioni ambientali. Le organizzazioni ambientaliste possono utilizzare i risultati per migliorare le loro campagne, concentrandosi sui temi che hanno maggiore risonanza sul pubblico». Partendo dal sentimento, tradotto in -1 e +1, tutti possono fare i propri calcoli per creare messaggi e strategie più efficaci e in linea con le preoccupazioni del pubblico, portando potenzialmente a un migliore coinvolgimento e a un maggiore sostegno alle azioni per il clima.
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Cosa incide sulla percezione
Il tempo scorre inesorabile e cambia il sentimento, ma non è l’unico ad avere il potere di farlo. Esistono altri fattori che vi impattano fortemente e che sono molto meno regolari e prevedibili.
«Mettendo in relazione il cambio di sentimento prevalente con eventi ambientali, annunci politici e accordi internazionali, abbiamo trovato diverse corrispondenze», racconta Tudorică, citando per prime le notizie relative agli accordi internazionali sul clima. «Spesso hanno innescato un’ondata di ottimismo nei lettori verso la politica climatica e la cooperazione internazionale».
Approfondendo i due trend generali che sembra dividano il mondo in entusiasti naïf e pessimisti preoccupati, gli autori del paper hanno visto emergere anche le più peculiari diversità presenti nell’opinione pubblica quando si affrontano questioni ambientali.
«Da un lato vi è un significativo sostegno alle iniziative verdi», spiega Tudorică. «Dall’altro vi sono dibattiti e sentimenti contrastanti su temi come l’impatto economico della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Questi esiti riflettono le complessità e i compromessi insiti nella definizione delle politiche ambientali».
Il quadro che emerge ha tante sfumature e colori cangianti e rispecchia la natura dinamica del discorso ambientale.
«Aumenta continuamente la discussione sull’adattamento e la resilienza suggerendo una crescente consapevolezza della necessità non solo di mitigare i cambiamenti climatici, ma anche di adattarsi ai loro impatti inevitabili», aggiunge.
«L’aumento dei discorsi positivi sulle soluzioni e le tecnologie innovative per i problemi ambientali suggerisce inoltre un incoraggiante spostamento verso un approccio più orientato alla soluzione».
In questa prospettiva futura di proattività e interlocuzione, va considerato sempre il rischio di interferenza con altri ambiti, che possono pesantemente condizionare il sentimento “puro” che le persone provano verso l’ambiente e l’idea di salvarlo.
Tudorică, quando lo precisa, pensa ai conflitti politici, alle relazioni internazionali “degenerate” e alle questioni economiche globali, facendo qualche esempio: la relazione tra Stati Uniti e Israele e le prese di posizione dei loro rispettivi leader sul cambiamento climatico, la competizione tra Stati Uniti e Cina, ma anche la pandemia di COVID-19. Anche quest’ultimo evento ha avuto impatto sui livelli di inquinamento, sulla fauna selvatica e sulle emissioni, portando a una maggiore consapevolezza dell’importanza della salute globale.
E poi ci sono le guerre, che interferiscono anche con la lotta al cambiamento climatico. «Quella tra Ucraina e Russia in primis ci mostra che la stabilità geopolitica e la cooperazione siano fondamentali per affrontare le questioni ambientali», afferma. «In generale, i conflitti internazionali possono fortemente ostacolare il raggiungimento degli obiettivi ambientali ed evidenziano la necessità di un impegno diplomatico nella definizione delle politiche ambientali».
Ridere per non ignorare
Dall’India c’è chi ha avvertito anche «un forte spostamento a destra, un crescente disimpegno» sul clima ed è preoccupato:
«La propaganda sta prevalendo sulla scienza a causa dell’estrema polarizzazione dell’opinione, sia sui social media che nella dimensione più fisica del quotidiano».
Lui è Rohan Chakravarty, vignettista e fondatore di Green Humour.
Questo illustratore ha scelto di comunicare i problemi climatici attraverso i suoi cartoon per far ridere le persone, ma anche pensare. «Disegnare vignette umoristiche su queste tematiche per me significa compiere un gesto amico verso lo spettatore, inserendo uno step intermedio tra lui e gli articoli di scienza spesso lunghi e complessi», spiega. «Per avvicinare chi si sente escluso o infastidito da questo tipo di argomenti, può essere essenziale un approccio umoristico che lo aiuti e lo guidi. Fare humor non significa banalizzare ma rendere alcuni messaggi più accessibili. Il sentimento che le persone possono provare di fronte a un problema climatico ambientale non varia, anzi, spesso emerge prima. Ma la vignetta non deve sostituire il paper, anzi». Secondo Chakravarty, infatti, sono cose diverse e che devono essere unite:
«Credo potrebbe essere molto utile che artisti e scienziati lavorino assieme per rendere la comunicazione ambientale più efficace, ciascuno senza perdere la propria natura».

Rohan Chakravarty è un vignettista, illustratore e creatore di Green Humour, una serie di vignette, fumetti e illustrazioni sulla fauna selvatica e la conservazione della natura. Le vignette di Green Humour appaiono periodicamente in rubriche di giornali, riviste e giornali e sono state utilizzate per diversi progetti e campagne di sensibilizzazione sulla fauna selvatica e sul cambiamento climatico. Rohan è anche autore di nove libri (tra cui le pubblicazioni Penguin “Green Humour for a Greying Planet”, “Naturalist Ruddy” e “Sea Ice Now You Don’t”) e ha vinto premi da UNDP, Sanctuary Asia, WWF International, Royal Bank of Scotland e Bangalore Literature Festival per il suo lavoro. È noto per il fatto che si arrotola in una palla come un pangolino per evitare di rispondere al telefono o di incontrare persone.
Green HumourVisita il sito ufficiale
Visita il profilo InstagramFare spazio all’ambiente
Con o senza scienziati alleati, resta comunque una sfida, quella di far ridere parlando di ambiente. Chakravarty lo ha notato dall’inizio, quando ha dovuto farsi strada nel panorama dei vignettisti indiani dove ha successo chi affronta temi strettamente politici, con sentimenti contrastanti e polemici.
«È stato difficile essere preso sul serio dai media e pubblicato: tutti mi chiedevano immagini su eventi politici ma io volevo parlare di natura, ecologia, scienza e clima», racconta. Ora lo fa, scatenando sentimenti forti e importanti, ma le sfide professionali proseguono perché il mondo dei media evolve in continuazione ed è necessario adeguarsi e restare sempre attento ai nuovi trend. «I social media hanno impattato molto: lì gli spettatori cercano contenuti immediati e sintetici», spiega. «Quando si tratta di tradurre in un quadrato visuale un tema complesso come la crisi climatica, il rischio è quello di negarne la complessità e nasconderne le sfumature». Come esempio, Chakravarty porta l’alluvione avvenuta nell’autunno del 2024 in Spagna, nell’area di Valencia: «C’era molto da raccontare ma le persone vogliono che tutto sia comunicato con una immagine e a volte non è possibile. Questa è la vera sfida di chi oggi come me vuole comunicare questi temi».
Oltre la polarizzazione
Non omettere e non appiattire, ma anche non annoiare o spaventare: suscitare sentimento. Quale? «Dipende dal messaggio ma anche da chi lo riceve, dai vari background e dai diversi stili di vita», spiega Chakravarty. «Non bisogna mai dare nulla per scontato. Non necessariamente gli esperti sono più sensibili: con una comunicazione creativa si possono coinvolgere persone di ogni tipo». L’arte diventa quindi un mezzo per ampliare la platea di soggetti in cui suscitare un sentimento costruttivo e proattivo verso l’ambiente. O almeno provarci. «Alcuni avvertono la possibilità di imprimere cambiamenti positivi, sia nelle proprie vite che nelle loro comunità, altri soffrono di ansia», spiega Chakravarty. «Il sentimento dipende anche dal tipo di media».
A suo avviso, infatti, i giornali stampati raggiungono persone che vogliono contenuti approfonditi da analizzare e spesso danno feedback dettagliati sulla vignetta: «è un dibattito sano e profondo che non si ritrova nei social» spiega. Nelle bacheche online, infatti, le sue opere non vengono colte in tutti i loro dettagli e sfumature. «Si perde la capacità di osservare le sottigliezze di questo tipo di comunicazione, ma in compenso si riesce ad attirare verso le tematiche ambientali un tipo di pubblico che altrimenti non le affronterebbe» ammette.
Tra carta stampata e social media, Chakravarty ha notato che «le persone più sensibili e coinvolte sono le donne e i bambini, mentre gli uomini tendono a lavarsene le mani. E il sentimento prevalente è la compassione, nel suo originario significato di “provare emozioni con…”, belle o brutte che siano. Ed è maggiore nelle donne e nei più giovani. Questo li induce a imprimere più coraggiosamente un cambiamento positivo nelle proprie vite e in quelle della loro comunità. Dietro a un sentimento apparentemente statico come la compassione, esiste un disegno di proattività».
- Per un approfondimento tecnologico sulla sentiment analysis, Gillis, A. S., & Barney, N. (2024, August 28). What is sentiment analysis? Search Business Analytics. https://www.techtarget.com/searchbusinessanalytics/definition/opinion-mining-sentiment-mining ↩︎
- Il paper scientifico originale con i risultati dello studio, Bucur, C., Tudorica, B., Andrei, J. V., Dusmanescu, D., Paraschiv, D., & Teodor, C. (2024). Sentiment analysis of global news on environmental issues: insights into public perception and its impact on low-carbon economy transition. Frontiers in Environmental Science, 12. https://doi.org/10.3389/fenvs.2024.1360304 ↩︎