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Quando l’arte si duplica

I digital twin per la conservazione e la fruizione delle opere d’arte

Teresa Fallavollita
una storia scritta da
Teresa Fallavollita
 
 
Quando l’arte si duplica

Dai primi esperimenti nello spazio alla ricostruzione della cattedrale di Notre Dame, il potenziale trasformativo dei gemelli digitali si sta sempre più imponendo nel mondo delle arti visive. La giurista Silvia Stabile ne ripercorre le applicazioni e implicazioni.

Sono gli anni Sessanta, la competizione tra Stati Uniti e Unione Sovietica per il primato non si accontenta di confini e influenze “terrene” e arriva a puntare ben oltre l’atmosfera terrestre: quella in atto è una vera e propria corsa allo spazio. E in questo campo si verifica la prima apparizione di quel modello che solo qualche decennio più tardi verrà chiamato “gemello digitale”. Tra le pareti della NASA, infatti, dove si progetta lo sbarco dei primi uomini sulla Luna, vengono per la prima volta impiegati simulatori per valutare le conseguenze di un eventuale guasto dei serbatoi di ossigeno dell’Apollo 131.

La NASA li utilizza per valutare i possibili scenari e associa componenti digitali al modello fisico del veicolo, così da garantire uno scambio continuo di dati. Da allora sono passati oltre 50 anni. La corsa alla conquista della luna è finita, l’Unione Sovietica non esiste nemmeno più. Ma quel modello, nel frattempo affermatosi con il nome di “gemello digitale”, si è pian piano diffuso e continua a rappresentare uno degli elementi più interessanti all’orizzonte. In tutte le sue numerose applicazioni.

Che cosa sono i Digital Twin

«Il digital twin è una rappresentazione virtuale di un oggetto o di un sistema progettato per riflettere accuratamente un oggetto fisico», spiega Silvia Stabile, avvocata specialista in diritto dell’arte e dei beni culturali, alle spalle una lunga esperienza nel settore della creatività in tutte le sue espressioni.

«Un gemello digitale copre il ciclo di vita dell’oggetto, viene aggiornato dai dati in tempo reale e utilizza la simulazione, l’apprendimento automatico e il ragionamento per aiutare a prendere decisioni».

Silvia Stabile è un’avvocata di TARGET studio legale, specialista in diritto dell’arte e dei beni culturali con esperienza consolidata e ventennale nel settore della creatività in tutte le sue espressioni. Come esperta di diritto dell’arte e dei beni culturali, partecipa a diversi master e corsi post-laurea. È autrice di monografie e saggi ed è docente di diritto della proprietà intellettuale, diritto dell’arte e della moda in Master universitari e corsi post-laurea. Co-fondatrice del gruppo italiano di Gallery Climate Coalition, è inoltre autrice del volume “Il diritto e la fiscalità dei mercati internazionali dell’arte” (2024) e della rubrica ARTech Law della rivista Inside Art.

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Le applicazioni sono decine, non solo nell’ambiente scientifico da cui trae le sue origini ma negli ambiti più svariati, a partire da quello della pianificazione urbana. Un esempio è il settore edile dove i gemelli digitali hanno innescato una profonda trasformazione. Nell’architettura digitale, una concezione di architettura che comprende al suo interno tecnologie digitali, i digital twin sostengono il lavoro di ingegneri civili e architetti.

Nei progetti di pianificazione urbana, invece, consentono di ideare e ricreare spazi in 3D o 4D in tempo reale. Sono in grado, cioè, di immagazzinare dati e feedback, che possono provenire da cittadini, telecamere, edifici e poi impiegarli per modellare le aree urbane. Altre importanti applicazioni sono di certo il settore automobilistico, con un impatto sia sulle prestazioni dei prodotti finali che sull’ottimizzazione dei processi di realizzazione, e quello delle apparecchiature per la produzione e l’immagazzinamento di energia. Allo stato attuale, poi, è possibile anche creare modelli personalizzati per i pazienti, in campo sanitario: in questo campo i digital twin sono potenzialmente aggiornabili in tempo reale con nuovi dati e informazioni sulle condizioni di salute.

Il gemello dell’arte

È il 15 aprile del 2019 e la Cattedrale di Notre Dame a Parigi viene distrutta da un incendio. Prima il cortocircuito, poi le fiamme che avvolgono la struttura. Una parte del tetto crolla. La notizia occupa le prime pagine dei giornali per giorni. Domato il rogo, però, è tempo dei lavori. Considerando che la celebre chiesa gotica risale al XII-XIII secolo, è difficile avere accesso a documenti completi sulla costruzione, o a una sorta di progetto. Per questo la ricostruzione di Notre Dame è stata una sfida ardua: un ruolo centrale in questa impresa è stato proprio quello giocato dalla tecnologia e dai digital twin. Nel corso dei lavori, infatti, grazie alla partecipazione di aziende specializzate nella scansione laser e nella digitalizzazione di monumenti storici, è stato creato un gemello digitale altamente dettagliato della cattedrale. Il modello è stato poi messo a disposizione degli operatori del cantiere.

«Questo episodio ha reso evidente l’importanza delle scansioni digitali preesistenti, che sono state fondamentali per guidare la ricostruzione delle parti danneggiate», commenta Stabile.

L’ambito rispetto al quale la portata innovativa di questa tecnologia è sempre più evidente e dirompente, non a caso, è quello delle arti visive. Che sia un unico esemplare virtuale dell’opera d’arte materiale oppure una delle copie digitali dalla tiratura limitata, i digital twin instaurano uno scambio di informazioni e dati con l’oggetto fisico corrispondente, in tempo reale o in differita. «E questo», racconta Stabile «è fondamentale per registrare informazioni relative allo stato di conservazione dell’opera, al suo degrado nel tempo, agli interventi di restauro eseguiti, così come eventuali modifiche apportate al manufatto». Altri elementi rilevanti che vengono registrati in tempo reale riguardano, poi, le condizioni ambientali in cui l’opera è esposta, come la quantità di luce o l’umidità per poter tempestivamente concentrare l’attenzione sulle parti più critiche del sistema2 in ottica predittiva. Parliamo, ad esempio, dell’impatto dei terremoti sulla sostenibilità del patrimonio culturale. Grazie al gemello digitale, spiega Stabile, «è possibile automatizzare alcuni processi legati all’individuazione precoce delle minacce, alla valutazione dei rischi, all’identificazione delle soluzioni e alla valutazione dell’impatto».

«La replica digitale non è concepita, infatti, come un qualcosa di statico ma è capace di aggiornarsi e riflettere i cambiamenti subiti dal bene fisico», continua Silvia Stabile.

«È di fatto molto di più di una mera copia dell’originale, capace di circolare sul mercato dell’arte tradizionale indipendentemente dalle opere fisiche originarie».

«Ci sono sempre più interfacce interattive che arricchiscono l’esperienza con visite guidate personalizzabili. O digital twin che servono per monitorare e gestire la sicurezza delle opere d’arte e dei musei, oltre che ad acquisire dati per la ricerca scientifica e il restauro».

Il futuro del bello

«Per i musei e le istituzioni culturali uno dei vantaggi più importanti dell’impiego dell’intelligenza artificiale e, nello specifico, dei digital twin è quello di permettere la “convergenza” tra le informazioni e le tecniche provenienti da diversi flussi di conoscenza: archeologi, storici, critici d’arte, analisti di dati, conservatori, ecologisti, ambientalisti, esperti museali. Questi diventano potenzialmente scambiabili su un’unica piattaforma, così da ottenere sinergie più significative», racconta Stabile.

A volte, inoltre, le interfacce sviluppate per musei e installazioni non si limitano a mostrare: possono anche raccontare, selezionare e costruire significati. Alcune pratiche artistiche stanno esplorando proprio questo potenziale più narrativo e critico dei digital twin. È il caso del progetto Prelude to: When the Dust Unsettles (2022) di Femke Herregraven3, che mette in scena due versioni della stessa miniera di litio nella Repubblica Democratica del Congo: una modellata per attirare investitori, l’altra per rivelarne le implicazioni ambientali e geopolitiche. In questo lavoro, il gemello digitale non guida solo a un’esperienza immersiva nel senso tradizionale, ma genera anche una frizione tra ciò che viene mostrato e ciò che resta invisibile, diventando una interfaccia non solo interattiva, ma anche politica. Uno spazio in cui si intrecciano narrazione, tecnologia e responsabilità.

Il valore dei digital twin, infatti, va ben oltre quello che la lettura del nome a prima vista potrebbe suggerire: l’incontro tra discipline tra loro apparentemente distanti dà vita a uno strumento in grado di accogliere la complessità, aprendo così a nuovi scenari. L’arte diventa più analitica e scientifica, la tecnologia acquisisce una sensibilità estetica e culturale, l’architettura si fa strumento di narrazione storica, oltre che di progettazione.

Resta comunque fondamentale non tralasciare le implicazioni etiche che, inevitabilmente, lo sviluppo di queste tecnologie porta con sé, come ad esempio il rischio che i gemelli digitali possano diventare l’unico modo in cui il pubblico accede a un’opera o a un edificio, perdendo così ogni legame con “l’originale”. O quello in cui ciò che viene incorporato nei modelli digitali finisce per semplificare, neutralizzare o oscurare le complessità storiche, sociali o ambientali dei luoghi e delle opere rappresentate.

L’auspicio è che il loro uso possa essere accompagnato da una riflessione critica ed etica, che ponga domande sul tema della memoria e dell’autenticità e sul nostro rapporto (in costante evoluzione) con la tecnologia.

 

  1. Per approfondire, Allen, B. D. (2021, November 3). Digital twins and living models at NASA. NASA Technical Reports Server (NTRS). https://ntrs.nasa.gov/citations/20210023699 ↩︎
  2. Ćosović, M., 1, Maksimović, M., 2, University of East Sarajevo, Faculty of Electrical Engineering, & University of East Sarajevo, Faculty of Electrical Engineering. (2022). Application of the digital twin concept in cultural heritage. In VIPERC2022: 1st International Virtual Conference on Visual Pattern Extraction and Recognition for Cultural Heritage Understandinghttps://ceur-ws.org/Vol-3266/paper8.pdf ↩︎
  3. Scopri di più su Prelude to: When The Dust Unsettles: http://femkeherregraven.net/prelude-to-when-the-dust-unsettles/ ↩︎

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